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Da Segantini a Balla: i pittori della luce

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Al Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto un’importante mostra con oltre 80 dipinti selezionati per illustrare la forza espressiva dei movimenti che, dal Divisionismo al Futurismo, rinnovarono il panorama artistico nazionale e contribuirono allo sviluppo delle Avanguardie in tutto il mondo.

Capolavori di maestri quali Segantini, Pellizza da Volpedo, Morbelli, ma anche Boccioni, Balla, Carrà, Severini saranno esposti negli spazi del Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) in una grande mostra allestita dal 25 giugno al 9 ottobre 2016 intitolata I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo. Oltre 80 dipinti provenienti dalle collezioni del museo trentino e dalle maggiori raccolte pubbliche e private raccontano la pittura della luce fiorita in Italia a cavallo tra ‘800 e ‘900, illustrando la forza espressiva dei movimenti del Divisionismo, che trovò il suo ideale seguito nell’avanguardia futurista, rivoluzionando il panorama artistico nazionale e contribuendo allo sviluppo delle avanguardie in tutto il mondo.

L’esposizione, curata da Beatrice Avanzi, Daniela Ferrari e Fernando Mazzocca, è stata realizzata dal MART in collaborazione con Fundación Mapfre di Madrid, dove si è svolta la prima edizione. Attraverso opere estremamente significative, il percorso ha lo scopo di spiegare le origini e lo sviluppo del Divisionismo, mettendo poi questo movimento, basato su una precisa e innovativa tecnica pittorica (il Puntinismo), in un dialogo esplicito con il Futurismo.

Il Divisionismo si afferma nel 1891 alla Triennale di Brera, con la prima uscita “pubblica” di un gruppo di giovani pittori: Segantini, Pellizza da Volpedo, Morbelli, Longoni, sostenuti da Vittore Grubicy de Dragon. A partire da una rivoluzione visiva derivante dalle scoperte scientifiche sulla scomposizione del colore e incentrata sul potere espressivo della luce, cambiano anche i soggetti dipinti, tesi verso una modernità nei temi raffigurati che spaziano dai contenuti sociali, in un’Italia da poco unita ancora in cerca di una propria identità culturale, a soggetti più lirici legati alla tendenza internazionale del Simbolismo.

Sulla forza rivoluzionaria di questa nuova poetica e sulle sue basi tecniche nasce, all’inizio del ‘900, il Futurismo, movimento d’avanguardia ideato dal poeta Filippo Tommaso Marinetti, che irrompe sulla scena artistica nel 1910 con il Manifesto dei pittori Boccioni, Balla, Carrà, Russolo e Severini. La scomposizione della luce divisionista associata a quella della forma e a una vocazione alla rappresentazione del movimento e della velocità della vita moderna, capisaldi della poetica futurista, proiettano l’arte italiana nel cuore del coevo dibattito artistico europeo. È in questo confronto tra due generazioni che si definisce la nascita della pittura moderna in Italia.

Photo Credits: Twitter

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