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Cronaca

Da Candito e Remondino a Cordova, Borri e de Georgio: il Premio giornalistico Letizia Leviti a 5 “incontrollabili”

Pubblicato da
Domenico Coviello

Mimmo Candito, Ennio Remondino, Francesca Borri, Claudio Cordova e Andrea de Georgio sono i giornalisti che il 21 luglio 2017 hanno ricevuto a Firenze il Premio giornalistico nazionale Letizia Leviti, suddiviso per categorie (carta stampata, tv, web, freelance, under 35). Nel nome dei valori umani e professionali della cronista di SkyTg24 scomparsa lo scorso anno: verità, approfondimento, rispetto, cura del linguaggio.

Su cinque premiati una sola è donna, Francesca Borri, freelance trentenne specializzata in diritti umani e in collegamento Skype dalla Georgia, pronta a partire per Raqqa, Siria. Due sono uomini più che maturi, Mimmo Candito (in alto, con Emilio Carelli) e Ennio Remondino, querce sempreverdi del giornalismo italiano, fra carta stampata e televisione. Altri due sono giovani appena sopra i 30 anni, Claudio Cordova e Andrea de Georgio, cronisti online già consolidati a cavallo fra la Calabria che vuole riscattarsi dalla ‘ndrangheta e il Mali nel cuore dell’Africa.

Idealmente, la memoria di Letizia Leviti li abbraccia tutti: sono loro, infatti, i premiati di venerdì 21 luglio a Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. La giuria della prima edizione del Premio giornalistico nazionale intitolato alla giornalista e inviata di guerra di SkyTg24 – morta prematuramente per un tumore nel 2016 a soli 45 anni -, li ha scelti e ha consegnato loro i riconoscimenti nell’ambito di una cerimonia presentata da Paola Saluzzi. Presieduta da Emilio Carelli, la giuria è composta da Paolo Graldi, Mario Orfeo, Giovanna Lio, Giuseppe Benelli, Giovan Battista Varoli (marito di Letizia Leviti) e Gianni Bisiach.

Sara Varetto, direttore di SkyTg24

Nel Salone dei Cinquecento, pieno di gente, anche il direttore di SkyTg24, Sara Varetto, che, molto emozionata così come la capo redattore Giovanna Lio, riuscirà a dire solo poche parole ricordando Letizia Leviti, perché “gli ultimi incontri avuti con lei sono tesori che mi porto dentro…“, oltre a colleghi e colleghe della giornalista scomparsa. “Scelsi Letizia perché era perfetta per la squadra di cronisti giovani e indipendenti che stavo creando – ricorda il fondatore e primo direttore di SkyTg24, Emilio Carelli – il suo era un giornalismo sincero, approfondito, curato, appassionato“.

Nel nome di questi valori, fatti propri dall’associazione Letizia Leviti, nata lo scorso maggio, sono stati selezionati i vincitori del Premio assegnato il 21 luglio. Da Candito e Remondino è arrivato un doppio invito ai colleghi più giovani: “Per il giornalismo non è un momento facile, ma il giornalismo accetta la sfida della tecnologia e dei nuovi media“, dice Mimmo Candito, il decano degli inviati italiani; “Cercate di essere incontrollabili, come una volta hanno detto di me – è il richiamo di Ennio Remondino, una voce storicamente sempre fuori dal coro – fare questo mestiere per la carriera diventando controllabili non vale la pena…”.

Remondino può stare tranquillo: Francesca Borri, Claudio Cordova e Andrea de Georgio, i giovani premiati con lui e con Mimmo Candito a Firenze, hanno ampiamente dimostrato di essere “incontrollabili”. Borri, 37 anni, una vita in Medio Oriente sul fronte dei conflitti fra Israele, Palestina e Siria, alla domanda “Ma chi te lo fa fare…” ha risposto semplicemente: “Sarebbe innaturale andarsene via quando hai visto gli occhi delle persone quaggiù…”; Cordova, 31 anni, di Reggio Calabria, direttore del giornale online Il Dispaccio, nel mirino di minacce e intimidazioni della ‘ndrangheta, e consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha ricordato Letizia Leviti sottolineando che “il giornalismo è servizio, e in questo Letizia mi accompagnerà sempre”; de Georgio32 anni, che vive in Africa e ha seguito le primavere arabe, e scrive e produce servizi per CNN e Al Jazeera, ha ringraziato col suo luminoso sorriso senza rinunciare a una pubblica critica: “Faccio il freelance perché credo che sia il modo migliore di fare giornalismo autentico ma per questo genere di professione non c’è spazio sulle testate italiane”. Un’amara verità. Che il Premio Letizia Leviti possa contribuire a invertire la rotta.

Francesca Borri, classe 1980, in collegamento Skype dalla Georgia

LEGGI ANCHE: IL GIORNALISMO È VERITA’. LA GRANDE LEZIONE DI LETIZIA LEVITI RIVIVE NEL PREMIO A LEI DEDICATO

Photo credits: Domenico Coviello / Velvet News

Domenico Coviello

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