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Politica

Lombardia e Veneto, referendum per l’autonomia: plebiscito per il Sì. Adesso cosa può succedere?

Pubblicato da
Domenico Coviello

Vittoria plebiscitaria dei “Sì” con oltre il 90% dei consensi ai referendum consultivi per l’autonomia in Lombardia e Veneto, indetti dalle rispettive Regioni. Cerchiamo di capire cosa può succedere adesso nel confronto-scontro con il governo nazionale.

Un risultato, quello di domenica 22 ottobre, che fa esultare la Lega Nord, sebbene i dati evidenzino una netta affermazione nel Veneto guidato da Luca Zaia rispetto alla Lombardia presieduta da Roberto Maroni, e da sempre “cuore” del Carroccio (60% contro 40% sull’affluenza).

MA IL CENTRODESTRA SI SPACCA

L’affermazione dei sì rinsalda anche l’asse con Forza Italia e rafforza l’idea di Silvio Berlusconi che un centrodestra unito possa vincere le elezioni politiche nazionali la prossima Primavera. Un percorso però da costruire vista la contrarietà di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) alla consultazione popolare appena conclusa. Esulta anche il Movimento Cinque Stelle da sempre sostenitore della democrazia diretta. Sul piede di guerra invece il Partito Democratico.

TRATTATIVA CON LO STATO: “NIENTE MODELLO BOLZANO”

“L’unica via che può seguire il Veneto – ha spiegato il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa –  è quella indicata dagli articoli 116 e 117 della Costituzione”, e cioè la “trattativa Stato-Regione” già avviata dall’Emilia Romagna. Il Governo Gentiloni si dice pronta ad avviarla anche con Lombardia e Veneto. Ma la lista delle materie su cui Zaia intende estendere le competenze della Regione è molto lunga e articolata, sono ben 23. Il governatore chiede poi di trattenere in Veneto i 9/10 dell’Irpef, dell’Ires e dell’Iva riscosse qui. Al momento però Roma esclude categoricamente il “modello Trento e Bolzano” (regione, il Trentino Alto Adige, a statuto speciale).

TRATTENERE LE TASSE PER FARE COSA?

Secondo Zaia, invece, i denari delle tasse pagate dai veneti, trattenuti all’interno della regione, sarebbero poi utilizzati per gestire in totale autonomia, la sanità, l’istruzione, la ricerca scientifica e tecnologica, il governo del territorio, la tutela dell’ambiente e dei beni culturali, i rapporti internazionali e con l’Ue, la protezione civile. La trattativa non sarà né facile, né breve – basta pensare al fatto che per ottenere la gestione delle strade la Provincia di Trento ha impiegato sei anni – e anche per questo Zaia ha deciso di farsi affiancare da un board tecnico composto anche di costituzionalisti autorevoli.

LEGGI ANCHE: REFERENDUM PER L’AUTONOMIA, LOMBARDIA E VENETO AL VOTO: SUCCESSO PER ZAIA, NON PER MARONI

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

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Domenico Coviello

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