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Mistero sull’italiano scomparso in Burkina Faso. Incubo rapimento. Appello a “Chi l’ha visto?”

Pubblicato da
Domenico Coviello

“Chiunque abbia informazioni utili per rintracciare mio figlio ed Edith Blais ce le comunichi”. Appello in diretta a Chi l’ha visto? del padre di Luca Tacchetto, scomparso in Burkina Faso da tre settimane. Lo riporta lunedì 7 gennaio l’account Twitter della trasmissione Rai condotta da Federica Sciarelli.

IN VIAGGIO PER FARE VOLONTARIATO

È un angoscioso mistero quello della scomparsa in Burkina Faso, prima di Natale, di Luca Tacchetto, trentenne architetto padovano, e della sua amica canadese Edith Blais, 34 anni. I due giovani erano partiti per l’Africa il 20 novembre scorso. Sono giunti, attraverso vari Paesi, fino in Burkina, sebbene la meta finale del loro viaggio avesse dovuto essere il Togo. Lì, era il loro progetto, Luca e Edith avrebbero partecipato da volontari alla costruzione di un villaggio in una zona povera del Paese.

UN VIDEO E UNA FOTO

Alla sera del 15 dicembre risale il loro ultimo contatto con l’Italia. Un video e una foto inviati alla famiglia in cui Luca e Edith appaiono sorridenti, a cena nella casa di un francese conosciuto pochi giorni prima e sposato con una donna burkinabè. Da allora non si hanno più notizie dei due ragazzi.

LE INDAGINI DI UN IMPRENDITORE

L’imprenditore canadese Patrick Gagnon, riporta il TgCom24, si è messo sulle loro tracce e ha scoperto che i due sono stati visti il 22 dicembre in una zona lontana dall’itinerario di viaggio. “È verosimile che siano stati rapiti“, ha precisato Gagnon. In questi giorni i familiari si stanno aggrappando alle ultime tracce documentate lasciate dai due ragazzi per cercare di far luce sul giallo della loro scomparsa.

LA TESTIMONIANZA DEL PADRE DI LUCA

Ma andiamo con ordine. E riavvolgiamo il nastro. Come riportato dal Corriere della Sera, la sera del 15 dicembre Nunzio Tacchetto, padre di Luca, ha ricevuto sul suo smartphone una foto e un breve filmato inviati dal figlio. Nel selfie, l’architetto e la canadese sono a tavola in compagnia di un uomo francese e di sua moglie, conosciuti poco prima. Il video mostra invece la coppia e il francese seduti al Bois d’ébene, un locale molto in voga a Bobo-Dioulasso, seconda città del Burkina Faso.

PERCORSO DEVIATO PER FARE TURISMO?

Il giorno dopo i due, diretti come meta finale in Togo, sono ripartiti a bordo di una Renault Mégane Scenic alla volta della capitale Ouagadougou, ma qui non sono mai arrivati. Sembra infatti che i due si siano prima diretti (forse sotto consiglio dell’uomo francese) a Sindou, località a 50 chilometri dalla città di Banfora: una specie di canyon circondato da pinnacoli di pietra che costituiscono una delle principali attrazioni turistiche del Burkina Faso.

SPARITI NEL NULLA

Questa tesi è stata confermata dal giornalista freelance Matteo Koffi Fraschini: “Sono riuscito a parlare con la guida che però vuole mantenere l’anonimato. Ha saputo che i due ragazzi volevano andare a Sindou, probabilmente per visitarla. Qualcuno ha notato la loro auto a Banfora e quindi pare siano spariti nella tratta che dal capoluogo porta alle famose pietre“.

“SEQUESTRO POSSIBILE…”

“Non si può escludere che si siano imbattuti in qualche gruppo jihadista – ha ammesso Fraschini – che potrebbe aver interesse a sequestrare degli occidentali non tanto per ottenere un riscatto, quanto per lanciare un messaggio al governo, dimostrando l’instabilità del territorio”. Questa ipotesi è sostenuta anche dall’imprenditore canadese Patrick Gagnon, intervistato dal quotidiano Le Soleil. Le sue indagini, però, lo portano lontano da Sindou: “È molto verosimile che i due siano stati rapiti. Sono stati visti a Zimarè, a 50 chilometri dalla capitale Ouagadougou, intorno al 22 dicembre. Potrebbero aver attraversato il confine illegalmente anche se quella sta iniziando a essere una zona un po’ a rischio”.

QUEL FRANCESE A CENA

Dall’Italia e dal Canada le famiglie fanno ciò che possono per stimolare le ricerche. Una guida ha rintracciato il francese col quale i due amici hanno trascorso la serata a Bobo-Dioulasso. “Si chiama Robert — spiega Paolo Rizzi, che per conto dei Tacchetto si sta interessando al caso — e viene descritto come una brava persona. Ha raccontato di aver consigliato ai due ragazzi di visitare un parco naturale”. Per Nunzio Tacchetto si tratta di una ricostruzione plausibile: “In effetti Luca aveva scritto a sua madre di voler andare a vedere qualcosa del genere”.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

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