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Categorie: Cronaca

La Banca Centrale Europea taglia i tassi d’interesse. Svolta strategica di Draghi

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Redazione

Tassi d’interesse a zero e allargamento del programma alle obbligazioni. Queste sono i due cardini della strategia a sorpresa fatta dal Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi per cercare di ampliare la politica monetaria europea.

D’ora in poi le banche oltre a  pagare per mettere i loro soldi nelle casse della Banca Centrale Europea potrebbero ricevere dei soldi anche per fornire credito. In parole semplici è questa la svolta maggiore della strategia adottata da Mario Draghi, presa in considerazione in conseguenza della ripresa economica che ancora stenta a partire. Gli effetti di questa manovra si vedranno in un futuro non molto lontano, ma come ha sottolineato Draghi, per vedere i risultati è necessario che i governi facciano delle riforme a favore della produttività.

GLI EFFETTI DELLA STRATEGIA SULL’ITALIA

Un accesso facilitato ai mutui, è questa la conseguenza pratica della manovra di Draghi. La Banca Centrale Europea in questa maniera premia le banche che sostengono l’attività economica  e penalizza quelle che non adottano questo regime. Ma dalla reazione dei mercati internazionali è chiaro che non è sufficiente solamente l’azione della banche centrali. Come ha sottolineato Draghi, occorre l’azione dei governi e nuove riforme a vantaggio delle imprese. La mossa della Bce nasconde preoccupazioni sul futuro sopratutto in vista dei nuovi tagli alle stime di crescita del Fondo Monetario Internazionale.

CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE

Intanto dall’ Istituto di Statistica arrivano dei segnali positivi per quanto riguardo l’occupazione, in salita nei settori delle costruzioni per quanto riguarda i contratto a tempo indeterminato. A sostenere la crescita sono stati i provvedimenti di sostegno alle assunzioni e un calo dell’inflazione. La crescita del lavoro è dovuto anche a gli effetti positivi del Jobs Act con i contratti a tutele crescenti e agli sgravi fiscali. Per il momento quello che preoccupa di più l’economia mondiale è l’indebolimento della ripresa globale, con il rallentamento della Cina, dei paesi emergenti e  il crollo delle quotazioni sulle materie prime.

Foto Credits: Twitter

 

 

 

 

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