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Uomini dell’Isis in fuga dall’Isis

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Redazione

Alcuni disertori dell’Isis sono stati sepolti vivi in una fossa comune dopo aver tentato la fuga durante una battaglia in Iraq

Ancora orrore e terrore firmato Isis. Alcuni combattenti che avevano cercato di fuggire durante una battaglia nei pressi del villaggio di Al Bashir, a sud di Kirkuk, città irachena a nord della capitale Baghdad, in Iraq, sono stati sepolti vivi. I loro corpi sono stati trovati ammassati in una fossa comune nelle vicinanze di al Qaiarah, presso la provincia di Ninive. La notizia è stata divulgata dalla TV satellitare locale Al Sumeriya che fa riferimento a una fonte attendibile sul campo. Secondo l’emittente irachena i soldati-tagliagole si erano dati alla fuga negli scontri con le forze di sicurezza iracheneUomini dell’Isis in fuga dall’Isis: sarebbero 45 i disertori che non sono stati risparmiati al loro crudele destino per aver cercato di sottrarsi alle leggi della violenza integralista.

Non è chiaro se gli uomini abbiano tentato la fuga per avere salva la loro vita o per un atto di rinuncia alla logica del terrore. Ciò farebbe ipotizzare un possibile indebolimento dei ranghi terroristici e delle capacità di reclutamento dell’ISIS. Secondo le stime della Casa Bianca, negli ultimi dodici mesi il numero di miliziani dello Stato islamico sarebbero diminuiti dai circa 1500-2000 al mese ai 200 attuali e la presenza complessiva sui territori di in Iraq e Siria si sarebbe ridotta da circa 20.000/31.000 combattenti a 19.000/25.000.

Questa ridotta capacità di incrementare le proprie fila sarebbe dovuta al progressivo deterioramento dell’organizzazione terroristica sul territorio e all’impossibilità di pagare i propri combattenti. Per contro, in Libia e in Afghanistan invece il numero di soldati sembra essere in aumento.

Seppellire vivi i disertori ha avuto un chiaro significato di avvertimento e di recente sono state scoperte ben 50 fosse comuni nei dintorni di Ramadi, notizia confermata da Jan Kubis, inviato speciale dell’ONU che ha riferito che la maggior parte delle vittime sarebbero stati uomini e donne della minoranza Yazidi, più alcuni miliziani di varie tribù che si erano opposte al Governo dello Stato Islamico.

Photo Credits: Twitter

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