Piercing ai genitali femminili: la pratica diventa illegale

I piercing ormai vengono fatti in ogni parte del corpo. Anche le più improbabili. Finora è stata una questione di gusti: quello alla lingua, per esempio, da molti viene considerato ai limiti dell’assurdo ma a tanti altri piace. Adesso, però, qualcosa sta cambiando. Sotto i riflettori è finito il piercing gli organi genitali femminili che, anche per ragioni estetiche, verrà considerato alla stregua di una vera e propria mutilazione genitale. E’ quanto previsto dal Servizio sanitario inglese (Nhs), le cui nuove regole entreranno in vigore dal prossimo aprile, come fa sapere il noto quotidiano The Independent.

Il Dipartimento di Salute è determinato a prendere ogni precauzione possibile affinché si riesca a registrare i piercing intimi fatti in un contesto abusivo e violento; le imminenti disposizioni, si sottolinea, si allineano a quelle dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). A breve, dunque, in Inghilterra le donne con anellini e altri ornamenti nella zona vaginale verranno identificate come “vittime di mutilazione genitale”. Ricordiamo che le mutilazioni sono quelle procedure non mediche che intenzionalmente modificano l’aspetto degli organi genitali femminili, causando anche lesioni. L’Oms classifica già il piercing come “procedura altamente nociva” e come una mutilazione genitale.

La pratica di conseguenza diverrà illegale, proprio come l’infibulazione, e i responsabili dell’esecuzione rischieranno di essere indagati per aver commesso un reato. Lo ribadiamo: tutto ciò è valido anche per chi si è sottoposto a tale procedura dopo aver dato pieno consenso, per meri motivi estetici o nella convinzione di migliorare la qualità della propria vita sessuale (si dice che la presenza di un piercing aumenti il piacere). La domanda, a questo punto, sorge spontanea: gli altri Paesi Europei, a cominciare dall’Italia, seguiranno l’esempio dell’Inghilterra?

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