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Categorie: Hi-tech

Netflix prova a rivoluzionare la tv italiana ma non mancano gli ostacoli

Pubblicato da
Redazione

Netflix è sbarcata finalmente in Italia con l’obiettivo di rivoluzionare il modo in cui gli spettatori seguono i contenuti televisivi. Negli Usa d’altronde l’impatto è stato fragoroso, un po’ come avvenne con l’avvento di Amazon nell’e-commerce. Più complicato scompaginare il mercato italiano, imbalsamato dalla scarsa concorrenza. Se nel Nord Europa in tanti hanno abbandonato la tv tradizionale, preferendogli connessioni veloci e performanti, da noi il principale punto interrogativo è legato proprio alla lentezza della rete.

Parla chiaro il documento sulla banda larga prodotto da Presidenza del Consiglio, Ministero dello Sviluppo Economico e Agenzie per l’Italia Digitale e la Coesione: “Il nostro Paese parte da una situazione molto svantaggiata che ci vede sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali nell’accesso a più di 30 Mbps e un ritardo di almeno 3 anni. Solo a fine 2016 si arriverà al 60% della popolazione coperta”.

L’amministratore delegato di Netflix Reed Hastings si pone un traguardo ambizioso: entrare in un terzo delle case italiane entro sette anni. Ma non sarà facile, anche perché significherebbe quadruplicare i 5 milioni di utenti che in questi anni hanno scelto il satellitare. Le previsioni appaiono quindi un po’ troppo ottimistiche. I broadcast generalisti studiano comunque le alternative: Murdoch ha lanciato “Sky on line”, per rivolgersi anche ai non abbonati, Rai e Mediaset promettono investimenti. TimVision, Chili ed Infinity – mai decollate nonostante massicce campagne pubblicitarie – temono un’ulteriore contrazione dei profitti e propongono adesso abbonamenti a prezzi agevolati.

Su queste piattaforme e sulla “pay per view” si pagavano principalmente i singoli contenuti, mentre gli utenti di Netflix possono accedere ad un database sconfinato di film, serie tv e documentari in streaming, ad altissima qualità ed a costi irrisori (abbonamento base da appena 7,99 € al mese). Il colosso statunitense ha fatto man bassa di diritti e produce svariati contenuti proposti in esclusiva. Già 60 i paesi raggiunti, 70 milioni gli abbonati complessivi. In Italia dovrebbe assumere però appena quindici dipendenti, imitando un modello lanciato da Google. Gli operatori presenti sul mercato la ritengono una concorrenza sleale ed annunciano battaglia: la lotta alla tv del futuro si giocherà anche qui o solo sul piano dei contenuti, a beneficio della concorrenza?

Foto by sito ufficiale Netflix.

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