Caso Regeni, oggi il vertice con gli investigatori egiziani. L’Italia vuole la verità

Dalle undici di questa mattina alla Scuola Superiore di Polizia a Roma, è iniziato l’atteso vertice tra inquirenti italiani e egiziani sull’omicidio di Giulio Regeni.

Finalmente forse nelle prossime ore potremmo sapere qualcosa in più sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore di 28 anni barbaramente assassinato al Cairo (LEGGI QUI LA SUA STORIA). È iniziato questa mattina il vertice tra investigatori, inquirenti, giudici italiani e egiziani che indagano sulla morte del ragazzo. L’incontro è stato convocato dopo le forti pressioni dell’Italia in merito a molte mancanze fatte dal governo egiziano che dal giorno del ritrovamento del cadavere di Giulio sembra aver fatto di tutto per insabbiare la vicenda.

Sul tavolo del vertice un dossier redatto dagli inquirenti egiziani di 3000 pagine, al suo interno, documenti, foto e gli interrogatori di 200 persone indagate per la scomparsa e l’uccisione di Regeni. Quello che il Procuratore Giuseppe Pignatone si aspetta dall’incontro è di sapere dettagli riguardo i video della metropolitana, registrati il giorno della scomparsa del ragazzo, che potrebbero contenere delle immagini importanti. Inoltre sono indispensabili i tabulati telefonici e la copia del verbale di ritrovamento del cadavere di Giulio, che fino a questo momento non è mai stata consegnata agli investigatori italiani.

La tragica vicenda di Giulio Regeni ha portato alla luce le violenze del regime di Al Sisi, il leader del governo egiziano salito al potere dopo la deposizione di Morsi, capo dei Fratelli Musulmani al potere dopo la rivoluzione di Piazza Tahir e eletto in maniera democratica. L’associazione Human Rights Watch ha dichiarato che quello di Al Sisi è il governo più repressivo della storia egiziana, molto di più del regime di Mubarak, lo storico dittatore del paese. Torture, uccisioni e centinaia di persone di cui non si ha più notizia, probabilmente morte all’interno delle carceri e dei commissariati egiziani.

Photo Credtis: Twitter

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