Caso Regeni: Giulio spiato dai servizi segreti egiziani

Secondo alcune intercettazioni Giulio Regeni sarebbe stato spiato già dai primi giorni del suo arrivo al Cairo.

Giulio Regeni era seguito dai servizi segreti già dal 2015, quando arrivò al Cairo per iniziare il suo dottorato. Accuse di spionaggio, cospirazione e associazione al terrorismo, questo è quello che gli agenti egiziani pensavano di Giulio. Il ragazzo non sapeva d’essere tenuto sotto controllo dai servizi segreti che lo consideravano un personaggio pericoloso per il governo di Al Sisi.

Queste nuove informazioni arrivano dal quotidiano La Repubblica che si è recato nuovamente al Cairo per cercare di capire cosa sia successo a Giulio. I giornalisti hanno ottenuto un documento in lingua araba datato 25 aprile in cui si definisce il tramite di “informazioni sul caso Regeni provenienti da una delle principali istituzioni dell’esecutivo in Egitto“. Una “voce di dentro” che per bucare l’omertà del regime utilizza l’unico strumento concesso. Un racconto privo di nome e tuttavia ricco di dettagli su cui la Procura ha avviato i suoi accertamenti.

Regeni

Nei documenti si legge che subito dopo il suo arrivo Giulio è stato seguito dai servizi segreti egiziani che hanno tenuto sott’occhio il ragazzo sopratutto dopo la sua conoscenza con un uomo chiamato Whalid appartenente ai “Giovani della Rivoluzione del 25 gennaio 2011” e al gruppo “Al Ishtirakyun al Thawryun”, i Socialisti Rivoluzionari, con sede in via Mourad 7 a Gyza. Questa amicizia ha insospettito ancora di più gli agenti sul ruolo di Regeni e sulla sua possibile partecipazione ad attività legate ai partiti e alle associazioni anti governative. Rimane il mistero di Whalid, gli amici di Giulio dicono di non averlo mai conosciuto e di non sapere niente di lui e delle sue attività politiche. Chi era? E cosa voleva da Giulio? Per dare una risposta a queste domande c’è ancora da aspettare.

Photo Credits: Twitter

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