Be My eyes è l’app che ti permette di prestare i tuoi occhi ad un non vedente

Avete mai pensato di poter prestare i vostri occhi ad un non vedente? Da oggi potete farlo! Be My eyes è l’app sviluppata appositamente per poter rendere lo smartphone lo strumento giusto per aiutare a supplire a quelle problematiche derivanti dalla cecità completa o parziale.

L’idea è stata di un uomo di nome Hans Jorgen Wiberg, un uomo che ha progressivamente perso la vista. Sapendo che la sua patologia lo avrebbe portato ad esser non vedente, Wiberg ha dedicato la sua vita ad aiutare le persone con problemi alla vista; per fare ciò ha sviluppato Be My Eyes, un applicazione che ha come principio fondante la volontà di fare una buona azione.

Wiberg si è accorto di avere bisogno molto spesso di qualcuno che lo aiutasse in faccende che richiedevano l’uso della vista, ed un giorno si è ritrovato a utilizzare la funzione di videochiamata per farsi descrivere l’ambiente che lo circondava da un parente. Da li è partito il colpo di genio; creare un’applicazione che mettesse in contatto le persone non vedenti con dei volontari che svolgessero per loro questa mansione di guida.

bemy eyes, l'app che aiuta i non vedenti

Be My Eyes mette in contatto una persona randomica iscritta al programma con chi necessita del suo aiuto. L’app effettua una chiamata, che cambia automaticamente il destinatario se egli non può rispondere entro 10 secondi, permettendo un collegamento rapido con un volontario. A questo punto attiva la fotocamera e permette a quest’ultimo di interagire con il disabile, aiutandolo come da richiesta. Be My eyes può essere usata per leggere un cartello stradale, per trovare un oggetto smarrito, o per tante altre piccole cose che una persona vedente trova estremamente semplici, ma che ad una persona non altrettanto fortunata possono sembrare problemi insormontabili.

Be My Eyes è disposto anche di un meccanismo di feedback, atto anche a garantire la sicurezza di chi richiede il servizio, e ad allontanare persone moralmente poco sensibili che possano fare dell’applicazione un utilizzo scorretto.

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