Tornano i “furbetti del quartierino”: arrestati Stefano Ricucci e Mirko Coppola

Gli imprenditori Stefano Ricucci e Mirko Coppola sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza con l’ accusa di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti

Guai in vista per l’imprenditore Stefano Ricucci. Il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre un milione di euro. Scattano le manette anche per Mirko Coppola un altro imprenditore. Secondo l’accusa con l’emissione di fatture false Ricucci sarebbe riuscito a ottenere un’ingente liquidità finanziaria.

I PRECEDENTI

Stefano Ricucci, immobiliarista di San Cesareo (Roma), 54 anni, ex marito di Anna Falchi, è il capofila dei cosiddetti, furbetti del quartierino, il gruppo di imprenditori che nel 2005 tentò la scalata al Corriere della Sera. La definizione nasce da una delle tante intercettazioni pubblicate in quei giorni. Non è la prima volta che Ricucci ha problemi con la giustizia. I primi guai c l’immobiliarista li ha avuti quando ancora lavorava come dentista a Carchitti, piccolo centro urbano alle porte di Roma. Si beccò una denuncia per esercizio abusivo della professione, visto che aveva solo il titolo di odontotecnico. Inoltre 10 anni fa Ricucci era stato arrestato perché, per i pm Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli, sussistevano i pericoli di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato sempre per quanto riguarda l’emissione di fatture false.

Anna Falchi

L’INCHIESTA EASY JUDGEMENT

Nell’inchiesta della procura della Repubblica di Roma dei finanzieri del nucleo di Polizia tributaria della Capitale sono coinvolti altri dieci indagati
tra cui un magistrato del Consiglio di Stato
. L’inchiesta Easy Judgement del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma agli ordini del colonnello Paolo Compagnone, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, coinvolge altre dieci persone, indagate a piede libero.

Photo Credits: Twitter

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