La strage degli innocenti. I volti e le storie delle vittime di Monaco

Immigrati e giovanissimi. Questo è il profilo delle vittime della strage di Monaco, uccise da un proprio coetaneo, Ali Sonboly

La carneficina di Monaco è stata una strage di giovanissimi perpetrata da un killer coetaneo, Ali Sonboly. Delle nove vittime, otto avevano un’età compresa tra i 13 e i 21 anni (due ragazzine e sei giovani). Solo la donna, aveva 45 anni. Nessuna delle vittime era un turista, ma quasi tutti giovani della zona, che avevano come punto di ritrovo proprio quel centro commerciale alla periferia nord della città, popolata in gran parte da immigrati.

Era quindi prevedibile che la maggior parte delle vittime non fossero tedesche: tre kosovari, tre turchi, un greco. Tra loro c’è il figlio di un ufficiale di polizia, Dijamant Zabergja, 21 anni, due ragazze Armela Segashi e Sabina Sulaj. I tre cittadini turchi (tra cui la donna) sono Sevda Dag, Can Leyla and Selcuk Kilic. Ma le età delle vittime non sono ancora del tutto chiare. Secondo la polizia di Monaco due vittime avevano 13 anni, tre ne avevano 14, uno 17 e un’altra 19. L’obiettivo del killer erano i giovani, ce ne sono anche tra i 27 feriti ricoverati negli ospedali di Monaco, alcuni sono proprio bambini.

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Il procuratore capo della polizia di Monaco, Thomas Steinkraus, ha detto che l’autore della strage di Monaco ha violato il profilo Facebook di una terza persona per pubblicare il finto annuncio sul social network che offriva cibo gratis in un ristorante McDonald’s vicino al centro commerciale Olympia dove é avvenuta la carneficina. L’attentatore ha pubblicato il messaggio incriminato sul profilo Facebook di una certa Selina Akim: “Venite oggi alle 16:00 da Meggi (McDonald’s, ndr) all’OEZ. Posso comprarvi qualcosa se volete, ma niente di troppo caro“. Una giornata di lutto nazionale è stata proclamata per oggi in Baviera, in memoria delle vittime. Il presidente del Land ha dato disposizione che in tutti gli edifici pubblici vengano esposte bandiere a mezz’asta.

Photo Credits: Twitter

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