Allarme bomba in Italia: nel mirino il centro commerciale Euroma2

Scatta l’allerta terrorismo a Roma nel centro commerciale Euroma2, ma gli esiti dei controlli sono stati negativi. Nessuna bomba è stata rinvenuta.

È iniziato tutto da un messaggio: “Abbiamo messo una bomba nel centro commerciale”. La chiamata sospetta è arrivata agli uffici di Euroma2 oggi 2 agosto intorno alle 14. A lanciare l’allarme è stato il direttore del centro commerciale che, insospettito da un presunto accento straniero. Ha deciso, così, di chiamare la polizia. Sul posto sono intervenute tre volanti della polizia, che hanno controllato gli spazi comuni e le scale mobili, senza trovare niente di anomalo o persone sospette. Al vaglio degli agenti anche le telecamere del centro commerciale.

L‘attività del centro non è mai stata sospesa né l’edificio evacuato, così come era stato annunciato nel primo pomeriggio. Non è la prima volta che un falso allarme bomba scatena il panico tra i clienti di Euroma2: nel maggio del 2009 un messaggio registrato in cui si annunciava una “evacuazione immediata, pericolo” provocò un la fuga di cinquemila visitatori. Il messaggio riecheggiò per venti minuti all’interno delle mura del centro e nemmeno i vigilanti riuscirono a placare il panico collettivo, occorse l’intervento tempestivo della polizia.

Cresce, dunque, l’allerta panico in Italia, dopo gli attentati che hanno colpito Francia e Germania. Sono in molti, infatti, a temere che il Bel Paese sarà il prossimo ad essere colpite, anche se non ci sarebbero per il momento sospetti in tal senso. Nella capitale, da settimane si avvicendano situazioni di panico collettivo, incentivate dal caldo e dagli allarmismi, l’esempio di Euroma2 ne è una prova evidente. Calate drasticamente anche le prenotazioni vacanziere, per molti italiani il momento del riposo appare ancora lontano, condizionato dalla paura dell’aereo e dalle capitali che sembrano nel mirino dei terroristi (LEGGI ANCHE: UNA STRAGE CHE POTEVA ESSERE FERMATA: CLAMOROSO ERRORE DEGLI 007 FRANCESI).

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Photo Credits: Facebook

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