Strage di Bologna dopo 36 anni la verità è ancora lontana

Il 2 agosto del 1980 un autobomba devasta la stazione di Bologna. Persero la vita 85 persone e 200 rimasero ferite. A 36 anni dal quella che viene considerata l’ultima strage del terrorismo italiano, ancora sono sconosciuti i mandanti

Un orologio fermo alle 10.25 è rimasto immobile da 36 anni alla stazione di Bologna. Molti turisti vedendolo si domanderanno che cosa significa, per i bolognesi e per gli italiani quell’orologio è diventato il simbolo di una tragedia. L’undici settembre di Bologna, una strage ancora senza verità. Stiamo parlando dell’autobomba che esplose il 2 agosto del 1980 nella stazione di Bologna. L’ultimo attentato degli anni di piombo italiani che ha lasciato aperta una ferita indimenticabile nel cuore degli italiani.

I locali delle sale d’attesa di seconda e terza classe e la mensa vennero completamente distrutti dalla bomba e le persone travolte dalla macerie. 85 vittime, 85 nomi e vite distrutte. Persone di passaggio che si spostavano per lavoro o per andare in vacanza. Come Maria Fresu, 24 anni, di origini sarde, abitava in provincia di Firenze. Era in stazione con la figlia Angela di 3 anni e due amiche, stavano andando in vacanza al lago di Garda. L’esplosione le colpì in sala d’aspetto. Maria, Angela e Viviana Bivona, una delle amiche, morirono. L’altra rimase ferita. Del corpo di Maria non s’ebbe traccia fino al 29 dicembre, quando gli ultimi esami sui resti confermarono il suo ritrovamento. La piccola Angela di soli 3 anni è la più piccola delle vittime.

Angela

La strage di Bologna era iscritta in una strategia che mirava a destabilizzare le istituzioni e la sua matrice è stata accertata dalle conclusioni giudiziarie. Permangono ancora domande senza risposta e la memoria è anche sostegno a non dimettere gli sforzi per andare avanti e raggiungere quella piena verità, che è premessa di giustizia“. Scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime. Anche la comunità islamica di Bologna ha partecipato al corteo per la memoria del 36/o anniversario della strage alla stazione. Un gruppo di esponenti della comunità ha sfilato con uno striscione con la scritta ‘Contro tutti i terrorismi‘. “Vogliamo partecipare per dire che il terrorismo non può trovare giustificazione, è un comportamento umano irrazionale“. Così Yassine Lafram, presidente della comunità islamica di Bologna, partecipa al corteo per la commemorazione della strage di Bologna insieme ad altri musulmani. “Sentivamo il bisogno di esserci, per ribadire la nostra condanna a ogni forma di terrorismo“, ha aggiunto.

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