Palermo, riti vodoo per farla prostituire: arrestati i suoi aguzzini

Una ragazza nigeriana è stata liberata dalla schiavitù alla quale era stata costretta da una banda di sfruttatori. Arrestati due donne e un uomo.

Due donne e un uomo sono stati arrestati a Palermo con l’accusa di sequestro di persona e induzione alla prostituzione ai danni di una giovane nigeriana. Gli arrestati sono anch’essi nigeriani. Gli agenti della Squadra Mobile hanno posto fine all’incubo della ragazza finita nelle mani di una spietata organizzazione criminale che ha tentato di costringerla a prostituirsi, minacciandola con riti «voodoo» e segregandola in una stanza per più di 48 ore. Lo riporta il Secolo XIX. Durante la sua prigionia la donna, attraverso un cellulare, è riuscita a contattare l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni che a sua volta si è messa immediatamente in contatto con la Squadra Mobile di Palermo.

«I poliziotti, con un azione coordinata tra le due Questure, sono riusciti a individuare il luogo di prigionia della ragazza, alla periferia di Castelvetrano – dicono gli inquirenti – e hanno fatto irruzione in forza nell’appartamento, traendola in salvo e fermando i tre aguzzini, due donne ed un uomo». La vittima, una volta soccorsa, ha raccontato agli agenti i particolari della sua odissea per raggiungere il nostro paese, iniziata circa tre mesi fa e scandita da stenti, privazioni, viaggi estenuanti e minacce: «spinta dal desiderio di una vita migliore per se e per il figlio la donna si era rivolta, nel suo paese, ad alcuni connazionali che le avevano presentato un uomo, il quale avrebbe provveduto ad organizzarle il viaggio per l’Italia».

Da qui il calvario. Per assicurarsi il prezzo del viaggio, di circa 30 mila euro, l’uomo non avrebbe esitato a sottoporre la giovane donna, ad un inquietante rito «voodoo» terrorizzandola sulle nefaste conseguenze alle quali sarebbe andata incontro se non avesse corrisposto quanto pattuito. Successivamente la ragazza è stata trasportata in auto a Benin City ed affidata ad altri uomini per proseguire il viaggio, di circa un mese, attraverso il deserto del Niger. Da qui ha raggiunto la Libia, per poi a bordo di un «barcone», intraprendere un pericoloso viaggio in mare, approdando sulle coste siciliane, a «Pozzallo», lo scorso 24 ottobre.

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