La città di Palmira, situata in Siria, è stata ripresa dalle truppe del sedicente stato islamico. L’esercito siriano attende nei pressi della città per impedire ai miliziani di rafforzarsi.
L’esercito del Califfato reagisce duramente alle sconfitte subite in Siria e in Iraq nell’ultimo periodo e sferra un’offensiva massiccia alla città di Palmira, riprendendone il controllo e costringendo l’esercito siriano a ripiegare. L’attenzione internazionale era rivolta prevalentemente su Aleppo, dove la situazione rimane tragica e continuano i combattimenti; i miliziani dell’Isis hanno sfruttato questa opportunità per sferrare un attacco in un altro punto, ottenendo un successo nel giro di pochi giorni. I raid russi non sono serviti a reprimere l’iniziativa del sedicente Stato islamico che, nonostante le pesanti perdite, cerca di contrattaccare.
Palmira era stata occupata dai soldati del Califfo già nel 2015, compiendo alcune devastazioni del patrimonio archeologico e atti di vandalismo. Ora sale la preoccupazione per il ritorno delle truppe islamiche e si teme che possano distruggere altri monumenti in una delle città più antiche e più importanti del Medio Oriente e patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Nella precedente occupazione erano stati demoliti l’Arco di Trionfo e alcuni templi; inoltre i jihadisti avevano utilizzato il teatro romano come luogo per le esecuzioni pubbliche. La notizia della ripresa della città è stata diffusa da Talal Barazi, governatore della provincia di Homs.
I miliziani di al Baghdadi hanno sferrato diversi attacchi e in un primo momento sono stati costretti a indietreggiare a causa dei raid russi, che avrebbero ucciso circa 300 jihadisti. Ma l’esercito dello Stato islamico si è rapidamente riorganizzato e ha affondato il colpo finale, riprendendo il controllo della città con circa 4000 mila uomini. Come sottolineato dal governatore Barazi, l’esercito siriano ha dovuto arrendersi di fronte alla superiorità numerica del nemico ripiegando nei pressi della città, con l’intento di organizzare una controffensiva per non consentire all’Isis di rafforzare la sua posizione.
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