Dopo aver cambiato più volte versione dei fatti, Vincenzo Paduano si arrende e racconta: «Non avrei mai voluto ucciderla. Ma l’ho fatto. Non ero in me».
Poche brevi parole per una confessione che era stata tanto attesa ma che non era mai arrivata: “Non avrei mai voluto ucciderla – spiega al giudice – Ma l’ho fatto”. “Ero accecato dall’idea di averla persa per sempre – spiega Paduano – E allora l’ho seguita, lei mi ha respinto un’altra volta. Senza rendermene conto le ho fatto male. Ero come impazzito. Poi ho preso quel flacone con l’alcol. Dopodiché sono scappato, sono tornato a lavoro per non destare sospetti. Lei era la mia vita”.
Così Vincenzo Paduano ammette di aver ucciso l’ex fidanzata, Sara Di Petrantonio. Il vigilantes di 26 anni è in carcere con l’accusa di omicidio premeditato: avrebbe strozzato la ragazza per poi darle fuoco. L’uomo non accettava la fine della sua storia con Sara e l’ennesimo rifiuto da parte della giovane avrebbe fatto scattare il raptus. La confessione di Paduano è arrivata a ridosso del rinvio a giudizio ma è improbabile che modifichi l’imputazione. Subito dopo l’arresto, infatti, Vincenzo aveva reso una confessione piena di omissioni, per poi scegliere la strada del silenzio di fronte agli inquirenti.
Paduano è accusato di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà, stalking, incendio e distruzione di cadavere. Una lista di capi d’imputazione che potrebbe portare all’ergastolo, sostenuta da 17.000 pagine di perizie e raccolta di prove. Ci è voluto del tempo ma alla fine Vincenzo Paduano si è assunto tutte le sue responsabilità. Il femminicidio di Sara ha scosso le coscienze di tutto il paese, riportando sotto i riflettori il tema della conta quotidiana delle donne uccise per mano dei loro compagni (o ex) e dell’inferno quotidiano che sono costrette a vivere. Ora la famiglia Di Pietrantonio è in attesa di processo, nel silenzio assordante dell’attesa restano galleggianti solo le ultime parole di Vincenzo: “Io a Sara volevo bene”.
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