Cadavere di donna in una cava a Cernusco: ecco chi l’ha uccisa

Gabriella Fabbiano, ritrovata senza vita il 5 dicembre scorso in una cava a Cernusco, nel Milanese, è stata uccisa dall’ex compagno che ha confessato il delitto. Fermato un complice.

Alla fine è crollato. Per giorni e giorni aveva ripetuto di essere innocente, di aver avuto solo un’amicizia con Gabriella Fabbiano, la 43enne uccisa con un colpo di pistola alla testa e abbandonata nell’acquitrino in una cava di Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, avvolta in un telo di cellophane cui erano legati dei massi per tenerla sul fondo. Nelle scorse ore, invece, Mario Marcone, l’operatore ecologico di 42 anni con precedenti per violenza, che aveva avuto una relazione con la vittima e che era già stato indagato, ha confessato.

Si è quindi concluso con il fermo dell’ex compagno di Gabriellama anche con quello di un amico dell’uomo, F. A., 60enne di Cernusco sul Naviglio -, il giallo della morte della donna il cui corpo senza vita è stato trovato lo scorso 5 dicembre. Secondo quanto si è appreso, Marcone ha raccontato che l’omicidio è avvenuto all’interno del suo appartamento la sera del 30 novembre al termine di una lite scoppiata per gelosia. Nei confronti del presunto complice, peraltro, gli investigatori hanno pure raccolto gravi indizi di colpevolezza in relazione ai reati di soppressione del cadavere della 43enne, concorso in porto illegale di armi e favoreggiamento personale. Il sessantenne è accusato di aver aiutato il killer a nascondere il corpo di Gabriella Fabbiano.

Marcone aveva anche partecipato ad alcune trasmissioni televisive in cui aveva ripetuto con forza di essere completamente estraneo alla vicenda. “Io non so niente, non c’entro niente, non voglio sapere niente. Eravamo amici, nessuna relazione – disse ancor prima di essere interrogato dai pm – Non avevamo una relazione, solo un’amicizia. Lei era così, conosceva tanta gente, ogni tanto usciva con me, mi chiamava, mi chiedeva di darle una mano e io gliela davo. L’ho aiutata un sacco di volte. Poi mancava per settimane intere, poi tornava, poi spariva”. Ora la richiesta di convalida del fermo e della custodia cautelare in carcere.

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