Yahoo!, emergenza sicurezza: gli hacker hanno violato un miliardo di account

Dopo un precedente attacco svelato a settembre, adesso il gruppo statunitense ammette un’altra falla, ancora più grande. E invita i suoi utenti, numerosi anche in Italia, a cambiare le password

Nuovo attacco hacker a danno degli utenti di Yahoo!. E il dubbio che in termini di sicurezza l’azienda guidata da Marissa Mayer sia rimasta indietro rispetto a rivali come Google e Facebook sta diventando una realtà. Dopo quello annunciato lo scorso settembre, ma risalente alla fine del 2014, il gruppo tecnologico ha comunicato una nuova intrusione illecita avvenuta nell’agosto 2013. Nel primo caso, gli utenti colpiti sono stati oltre 500 milioni; nel secondo, oltre un miliardo.

Il gruppo ha così superato sé stesso mettendo a segno un nuovo record: entrambi gli attacchi sono stati i più grandi di sempre. Un “incidente” distinto rispetto a quello rivelato 3 mesi fa: Yahoo è convinta che “l’incidente” rivelato ieri 14 dicembre e relativo appunto al 2013 sia “distinto” da quello svelato il 22 settembre scorso. Tuttavia il gruppo ha detto di avere notato attività “simili” a quelle degli hacker “sponsorizzati da uno Stato” straniero che crede sia stati responsabili dell’intrusione annunciata tre mesi fa. Che cosa è stato rubato? Come allora, ad essere stati rubati sono probabilmente nomi, indirizzi di posta elettronica, numeri di telefono, date di nascita, password e in alcuni casi domande e risposte di sicurezza.

Stando alle indagini realizzate da Yahoo!, i dati associati a carte di credito e informazioni legate a un conto corrente bancario sono rimaste al sicuro perché questo tipo di dati è salvato in un sistema che l’azienda non crede sia stato penetrato dai pirati informatici. Come suo solito ormai, Yahoo! invita i suoi utenti a modificare le loro password e a notare se nei loro account ci siano state attività sospette. Il punto è che Yahoo! non è stato capace di identificare come gli hacker si siano infilati nel suo sistema. E nessuno in Yahoo! si sarebbe forse accorto di nulla se non fossero state le forze dell’ordine a farsi avanti – come comunicato lo scorso novembre dal gruppo – fornendo dati che un “soggetto terzo” reclamava fossero di Yahoo!.

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Photo credits: Twitter, Facebook

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