Omicidio della piccola Matilda: tutti assolti

Antonio Cangialosi assolto dall’accusa di omicidio per la morte di Matilda Borin, morta a 23 mesi nel luglio del 2005 per un «violento colpo alla schiena».

Si può essere uccisi senza che vi sia un colpevole? Evidentemente sì. Matilda Borin aveva 23 mesi quando morì, l’autopsia dice per un violento colpo alla schiena. Forse un calcio. Era il luglio del 2005. Antonio Cangialosi, ex compagno della madre della piccola, che era stato rinviato a giudizio per omicidio preterintenzionale, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Al suo posto, nessuna condanna. Matilda è morta e nessuno ha pagata per questo.

Il pm aveva sostenuto, sulla base di riscontri medici, che le lesioni riscontrate durante l’esame autoptico sul corpo di Matilda erano state provocate quando la bimba si trovava in casa insieme ad Antonio Cangialosi. Lesioni dovute a un violento colpo alla schiena, forse un calcio, che le aveva causato lo schiacciamento di un rene e del fegato. «Questa non è la verità, andiamo avanti perché voglio giustizia per la mia bambina – ha detto Elena Romani – In quella casa eravamo in due e io non ho fatto nulla». «Abbiamo vissuto con grande difficoltà, umana e psicologica, questo momento – ha commentato Andrea Delmastro, legale di Cangialosi – Ora lasciate riprendere il nostro assistito».

Secondo la Cassazione, tuttavia, il trauma del quale fu vittima la piccola Matilda venne prodotto “durante l’assenza dall’abitazione della Romani, uscita nel cortile per stendere all’aria il cuscino lavato” dal vomito della bimba che si era sentita male. Una convinzione evidentemente non condivisa dal tribunale di Vercelli che ha assolto Cangialosi per “non aver commesso il fatto”. Nessun colpevole, dunque, nessun imputato. Un angelo se n’è andato senza una ragione, senza una spiegazione. Non avrà giustizia Matilda, che se n’è andata e nessuno saprà mai per mano di chi o come.

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Photo Credits: Facebook

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