Monte dei Paschi, la Bce chiede 8,8 miliardi per il salvataggio

La manovra per la banca senese sarà più costosa del previsto e richiederà 8,8 miliardi, finanziati per lo più dallo Stato e per la restante parte dagli obbligazionisti.

Al Monte dei Paschi non basteranno i 5 miliardi che aveva previsto. La manovra richiesta dovrà essere di 8,8 miliardi, finanziata in larga parte dallo Stato e per il resto dagli obbligazionisti. Questo è quanto richiesto dalla Banca centrale europea attraverso una lettera giunta nel pomeriggio del 26 dicembre, che ha modificato in modo significativo lo scenario previsto, suscitando più di una preoccupazione. Si sospettava che l’ammontare dell’aumento potesse essere rivisto, ma non si immaginava che la cifra fosse tanto superiore a quella stimata. Considerando la nuova situazione, il cda del Monte si è prontamente riunito per aggiornare la propria strategia.

Gli 8,8 miliardi necessari per questa manovra sono stati decisi giovedì scorso durante l’ultima riunione del Supervisory board della Bce, ma la decisione non sarebbe stata presa all’unanimità. Alla fine è prevalsa una linea ultra-prudenziale, giustificata dalle notevoli dimensioni della banca e dall’elevato ammontare dei crediti deteriorati, percorrendo una strada analoga a quella fatta in occasione della ricapitalizzazione delle banche greche attraverso le risorse pubbliche. I problemi del Monte sono emersi dopo la diffusione dei risultati dello stress test svoltosi nella prima metà dell’anno, in cui la banca senese si è classificata ultima tra i 151 istituti esaminati.

I miliardi richiesti dalla Bce saranno finanziati in larga parte dallo Stato, con una spesa da parte del Tesoro che dovrebbe aggirarsi introno ai 6 miliardi. In questo modo lo Stato avrebbe una quota superiore al 67%, necessario per le delibere dell’assemblea straordinaria, e, di fatto, la banca risulterebbe nazionalizzata. Tuttavia, da quanto emerge, questo trattamento simile a quello impiegato per la Grecia non dovrebbe interessare le altre banche italiane, che nei prossimi mesi potrebbero ricorrere alle risorse pubbliche stanziate con il decreto salva-risparmio.

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