Caso Regeni, agli atti il video di incontro con Abdallah: il ricercatore gli fece una proposta

Dopo la confessione di Abdallah di aver consegnato lui Giulio Regeni al governo egiziano, si è passati al controllo del video dell’incontro tra i due.

Tutto ruota intorno al capo del sindacato degli ambulanti egiziani, Mohamed Abdallah: tutti i misteri del caso Regeni sono legati al momento dell’incontro tra i due. Grazie ad una cooperazione che «ultimamente» sembra aver portato i suoi frutti, con «segnali molto utili dall’Egitto», ha detto Gentiloni ricordando che in questi 11 mesi è stata seguita la «strada della fermezza e della richiesta» di collaborazione.

Dal ritrovamento del corpo del ricercatore friulano, il 3 febbraio scorso, e per i mesi successivi, la collaborazione tra Italia ed Egitto era scesa ai minimi termini, fino al richiamo dell’ambasciatore italiano al Cairo. Oggi le cose vanno molto meglio e ciò ha reso possibile il procedere delle indagini.

Gli inquirenti del Cairo hanno ammesso di aver indagato Giulio, proprio dopo la denuncia di Abdallah, il capo del sindacato degli ambulanti, e soprattutto hanno fornito ai colleghi romani la documentazione richiesta. Tra il materiale consegnato, figura il video dell’ultimo incontro tra Regeni e il capo degli ambulanti del Cairo, in cui però – hanno puntualizzato fonti della procura romana – il ricercatore non avrebbe chiesto denaro al suo interlocutore. Al contrario, gli avrebbe prospettato l’eventualità di presentare un progetto per un finanziamento di 10 mila sterline a favore delle iniziative degli ambulanti da parte della Fondazione britannica Antipode. Suggerendogli così la possibilità di accedere a fondi nonostante la legge egiziana vieti finanziamenti esteri a organizzazioni sindacali indipendenti. «Finalmente grazie all’azione intelligente del ministero degli Esteri e della Procura di Roma qualche brandello di verità comincia ad emergere», ha affermato Fabrizio Cicchitto, deputato di Ncd e presidente della commissione Esteri della Camera. Mentre due deputati del Pd, Vanna Iori e Gea Schirò, auspicano ora un’accelerazione nell’iter delle indagini.

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