Killer del catamarano in fuga dopo la scarcerazione in Portogallo

Filippo De Cristofaro, noto alle cronache come il killer del catamarano che nel giugno del 1988 massacrò a colpi di macete la skipper Annarita Curina, è sparito. Non sarebbe più in cella, questo è ciò che riporta la nota arrivata ieri ai pm di Milano dal ministero della Giustizia.
Non è la prima volta per Filippo De Cristofaro, lo spietato killer del catamarano protagonista di evasioni clamorose. Dopo una caccia all’uomo durata 2 anni, era stato arrestato dalla Squadra mobile di Ancora nel maggio 2016 nei pressi di Lisbona, in Portogallo, dopo una seconda evasione. La prima volta evase nel 2007 nel carcere di Opera, ma venne arrestato un mese dopo in Olanda; la seconda, nel 2014, mentre era in permesso dal penitenziario di Porto Azzurro all’Isola d’Elba. Su De Cristofaro pendeva un “Mandato di arresto europeo” (Mae) emesso dopo l’evasione da Porto Azzuro, oltre al mandato della Corte di appello di Ancora legato alla condanna dell’ergastolo della skipper. Il Portogallo aveva chiesto dei chiarimenti perchè nel paese non è prevista la reclusione a vita. Alla risposta della procura italiana è seguito un lungo silenzio da parte delle autorità portoghesi, seguita dalla notizia della scarcerazione per decorrenza dei termini e l’inizio per il killer del catamarano di una nuova latitanza.
Nel 10 giugno del 1988 Filippo De Cristofaro, insegnate di danza con la passione per le barche, e Diana Beyer, diciasettenne, affittarono il catamarano, l‘Arx, della skipper pesarese Annarita Curina. Il loro vero piano era di impadronirsi del catamarano per poi fuggire in Polinesia. Secondo la ricostruzione, Diana pugnalò, spinta dall’amante, Annarita mentre riposava sottocoperta. Ma è stato De Cristofaro a finirla con un macete che si trovava a bordo. Entrambi hanno poi gettato il corpo in mare, dopo averlo zavorrato. Quando fu ritrovato il corpo senza vita di Annarita, a Marzocca di Senigallia il 28 giugno, a bordo dell’imbarcazione era già salito un amico olandese della coppia, in seguito condannato per il furto della barca. I tre furono poi rintracciati dalla polizia in Tunisia, mentre tentavano di fuggire dopo aver abbandonato la barca. Processata dal tribunale dei minori, il 17 dicembre 1988, Diana Beyer è stata condannata a sei anni e sei mesi; scontò 15 mesi di carcere, poi un periodo di affidamento in comunità, fino al rimpatrio, sotto la tutela dei Servizi sociali, nel suo Paese, dove adesso si è rifatta una vita ed è madre di tre figli. Per De Cristofaro 30 anni in primo grado, ergastolo in appello e in Cassazione, il 5 giugno 1991.
De Cristofaro, oggi 63enne, dopo meno di cinque mesi dal suo ritrovamento si è visto aprire legalmente le porte del carcere di Lisbona. Da ottobre non si sa che fine abbia fatto. Scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare in carcere in Portogallo; lì doveva scontare solo la condanna per aver falsificato il passaporto, ma poi sarebbe dovuto essere estradato in italia. Ma non è successo. Si tratta di un’incomprensione con le autorità italiane? Rimane il fatto che ora è irreperibile. Cosa sia accaduto, al momento, è un mistero, che ora il pm milanese Andrea Fraioli cercherà di decifrare anche attraverso i canali ministeriali.
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