Rogo della Grenfell Tower: identificato il corpo di Gloria. Non ancora quello di Marco

Il riconoscimento del suo cadavere è avvenuto grazie alle impronte dentarie. Così, ha fatto sapere lunedì 3 luglio l’avvocatessa Maria Cristina Sandrin, è stata identificata Gloria Trevisan.

Ventisette anni, la giovane architetto di Camposanpiero (Padova) è morta intrappolata nello spaventoso incendio che nella notte tra il 13 e il 14 giugno scorsi ha incenerito il grattacielo della Grenfell Tower a Londra, nella zona di Nord Kensington, non lontano da Nottingh Hill. Con lei ha perso la vita il fidanzato coetaneo Marco Gottardi, di San Stino di Livenza (Venezia) che ancora non è stato identificato con certezza. Per quanto riguarda Gloria, invece, “la famiglia è stata contattata dalla Farnesina il 23 giugno per la comunicazione del riconoscimento del corpo”, ha dichiarato la legale dei Trevisan. “Il riserbo dei parenti nella diffusione della notizia è stato dovuto al desiderio di aspettare che fosse ritrovato anche il corpo di Marco”, spiega ancora l’avvocatessa Sandrin. “Purtroppo l’identificazione dei resti del giovane richiederà tempi diversi: per lui non è possibile fare ricorso alle impronte dentarie, ma si dovrà aspettare l’esame del dna. Le famiglie stanno compiendo tutti gli sforzi in loro potere perché il loro desiderio era vederli rientrare in Italia insieme, ma più di questo non possono fare”.

CHI ERANO GLORIA TREVISAN E MARCO GOTTARDI

Gloria e Marco, entrambi architetti brillanti e molto preparati, si erano trasferiti con entusiasmo a Londra per lavorare. In Italia del resto non riuscivano a trovare prospettive professionali adeguate. Vivevano al 23° e penultimo piano del palazzone di edilizia popolare di Nord Kensington – la Grenfell Tower, appunto -. La notte del 14 giugno i ragazzi sono al telefono con le loro famiglie mentre sta scoppiando l’incendio.

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Un post di aprile 2017 con cui Gloria mostrava la vista su Londra dalla Grenfell Tower

L’intenzione iniziale di Marco e Gloria è solo di tranquillizzare i loro cari che dall’Italia hanno saputo del rogo. Arriveranno i vigili del fuoco, tutto si risolverà. Invece no. Il fuoco divampato al quarto piano non trova alcuna resistenza, si alimenta invece di un rivestimento termico fatto a risparmio, infiammabile, con cui la Torre è stata impacchettata nei recenti lavori di ristrutturazione. E così arriva fin lassù, agli ultimi piani della Grenfell, con il fumo e le fiamme che invadono ogni ambiente.

I MESSAGGI VOCALI SU WHATSAPP

Poco dopo le 4 del mattino del 14 giugno i genitori di Gloria e Marco perdono ogni contatto con i due giovani. Prima che la linea telefonica cada, il ragazzo fa capire che la situazione è diventata di totale emergenza. Gloria, invece, indirizza un messaggio vocale alle sue amiche del gruppo Whatsapp: “Se capiterà qualcosa sappiate che vi voglio bene e ho voglia di vedervi”. E un altro, alle 4,07, per dire addio ai suoi genitori: “Mi dispiace tanto, non potrò più riabbracciarvi. Avevo tutta la vita davanti, non è giusto, non voglio morire. Io volevo aiutarvi, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me”.

CORRUZIONE, EGOISMO, MALAFFARE

La Grenfell Tower continua a bruciare come un fiammifero. Il fuoco divora tutto. Da subito si conteranno circa 30 vittime. Ma la polizia fa sapere di temere oltre 100 morti. Giulia e Marco risultano tra gli oltre 70 dispersi. Fino al 16 giugno, quando la Farnesina comunica all’avvocato Sandrin che i ragazzi sono ufficialmente deceduti. E il legale chiede di spegnere “microfoni e  telecamere” per rispettare il dolore delle famiglie. Secondo quanto emerso finora i colpevoli di questa tragedia pazzesca vanno cercati all’incrocio tra superficialità, corruzione, egoismo, insensibilità e malaffare. I vigili del fuoco si prodigano in giorni e giorni di durissimo lavoro per riuscire ad addentrarsi nello scheletro della Torre e recuperare ciò che resta di chi vi è rimasto intrappolato. Trovano anche Gloria e Marco.

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Photo credits: Twitter

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