Burundi, medico italiano massacrato a coltellate. Fermata la ex convivente

Da anni residente a Bujumbura, la capitale del Burundi, Franco De Simone è stato ucciso. Una donna è stata fermata dalla polizia. Si tratterebbe della ex convivente del chirurgo, il quale aveva ricevuto minacce di morte. Nel 2014 il massacro di altri italiani: tre suore furono uccise in una missione

Un medico piemontese, Franco de Simone, è stato ucciso a coltellate nella sua casa di Bujumbura, la capitale del Burundi. Da anni l’uomo viveva nel paese africano. La notizia è arrivata il 4 luglio, resa nota su Twitter dal portavoce della polizia locale, Pierre Nkurikiye. Il funzionario ha annunciato inoltre che per la morte del chirurgo è stata fermata una donna. Si tratterebbe della ex convivente, riferisce la stessa fonte.

Sempre secondo il portavoce della polizia, l’uomo aveva confidato ai suoi cari che negli ultimi giorni aveva ricevuto da lei minacce di morte. In dichiarazioni rilasciate all’agenzia di stampa turca Anadolu, il portavoce ha detto: “Franco de Simone, un chirurgo italiano che viveva in Burundi, è stato aggredito da persone non identificate nella sua casa nella zona di Kiriri (nella zona est di Bujumbura ndr.) domenica notte” e la vittima è stata “violentemente accoltellata”. Il nostro ministero degli Esteri ha poi confermato il decesso del medico italiano in Burundi. “La Farnesina – si apprende – fin dal primo momento segue il caso, in stretto contatto con l’ambasciata d’Italia a Kampala, in Uganda (competente territorialmente) e con la famiglia del connazionale, a cui viene prestata tutta l’assistenza necessaria”.

Franco De Simone (nella foto in alto, tratta dall’account Twitter @ManlioGiavenni), era un chirurgo con vasta esperienza di missioni umanitarie all’estero per conto della Croce Rossa Internazionale. È adesso purtroppo il primo europeo che viene ucciso in Burundi dopo lo scoppio della crisi politica e di sicurezza nel Paese ad aprile del 2015. Due anni fa, infatti, il presidente Pierre Nkurunziza, attualmente in carica, annunciò la sua controversa candidatura per un terzo mandato ed esplose la rivolta. Precedentemente a ottobre del 2014 tre suore italiane furono uccise in Burundi in una missione di Kamenge, a nord di Bujumbura. Fu arrestato un 33enne del posto che affermò di avere violentato le suore prima di ucciderle, e tentò di giustificare la strage rivendicando una presunta proprietà del terreno su cui sorgeva il convento.

Da sin.: Bernardetta Boggian, Olga Raschietti e Lucia Pulici, le tre suore uccise in Burundi nel 2014

Photo credits: Twitter, Facebook

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