Caso Denis Bergamini, riesumata la salma: incongruenze shock con la vecchia autopsia

Dopo ventotto anni dalla morte è stata riesumata la salma di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza ucciso nel 1989. I nuovi accertamenti sulle spoglie fanno parlare gli inquirenti per la prima volta di omicidio. Indagati l’ex fidanzata e l’autista del camion: l’ipotesi è che la vittima fosse a conoscenza di traffici illeciti.

Uno strano suicidio al quale i familiari di Denis Bergamini non hanno mai creduto e lottano per far venire a galla la verità. Dopo ventotto anni le spoglie del calciatore del Cosenza sono state riesumate con lo scopo di scoprire tutta la verità e incastrare gli autori di quella che gli inquirenti considerano una messinscena. È questo il motivo per il quale il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha chiesto la riesumazione della salma del giovane calciatore, travolto e ucciso da un camion il 19 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico. La famiglia ha da sempre sostenuto che si trattasse di un omicidio ben organizzato e adesso questa ipotesi è sostenuta anche dai magistrati.

I nuovi accertamenti tecnici sulle spoglie di Denis Bergamni, fra cui una tac tridimensionale e un esame del Dna, serviranno proprio per trovare quegli elementi utili per le indagini. ““Vogliamo approfondire, con le tecniche di cui oggi si dispone, tutti i possibili aspetti di quello che non è un suicidio“, ha detto chiaro il procuratore Facciolla. Attualmente l’inchiesta vede indagati Isabella Internò, all’epoca fidanzata con il calciatore e testimone oculare del presunto “suicidio” di Denis, e l’autista del camion che lo ha investito, Raffaele Pisano. Secondo la versione fornita da Internò, dopo un alite furibonda scoppiata mentre i due si trovavano sulla statale 106, il calciatore sarebbe sceso dalla propria automobile per lanciarsi sotto il camion in transito, che lo avrebbe trascinato per più di cinquanta metri. Molti gli elementi che fin da subito hanno fatto scricchiolare la versione della fidanzata di Denis Bergamini. Primo fra tutti la perizia autoptica che, già nel 1990, ha fatto emergere l’assoluta assenza di lesioni riferibili a trauma diretto da pneumatico e di lesioni da trascinamento sul corpo del calciatore. In più, hanno sempre affermato i legali della famiglia, questa ricostruzione dell’incidente non spiegherebbe come mai le scarpe del calciatore fossero pulite e perché le catenine, i vestiti e l’orologio che Denis teneva al polso fossero rimasti miracolosamente intatti.

Dai primi dati dell’accertamento sulla salma sono emerse molte incongruenze con quanto era emerso dalla prima autopsia. Innanzitutto, la parte del corpo maggiormente interessata dal trauma sarebbe quella sinistra e non quella destra, come invece si era sempre pensato. Sulla sinistra del corpo ci sarebbe pure un taglio longitudinale sospetto della testa del femore che, a detta dei consulenti e dei periti, apparirebbe anomalo e innaturale. Dalle lesioni riscontrate il corpo del calciatore sarebbe stato schiacciato dal ventre verso la schiena e non viceversa. “Lo squarcio si apre sulla pancia – afferma l’avvocato della famiglia – e quindi è evidente dai risultati che Denis fosse coricato supino e non prono, esattamente il contrario di quello che mostrano le fotografie dell’epoca“. Tante le domande a cui rispondere e i medici legali hanno quattro mesi per fornire le loro risposte al tribunale e alla procura che ha indagato per omicidio volontario l’ex fidanzata e il camionista.

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