Foggia, agguato in strada in pieno giorno: quattro morti, due erano testimoni involontari

Secondo una prima ipotesi potrebbe trattarsi di una vendetta mafiosa nell’ambito di una guerra fra cosche. Un commando ha fatto fuoco con le pistole nei pressi della stazione, fra Apricena e San Marco in Lamis, in provincia di Foggia.

AGGIORNAMENTO ORE 14:49 – L’obiettivo del commando, secondo quanto scrive Repubblica online, era il presunto boss Mario Luciano Romito, di 50 anni, di Manfredonia, ritenuto dagli investigatori uno degli esponenti di spicco dell’omonimo clan che negli ultimi anni si è contrapposto al clan dei Libergolis nella cosiddetta faida del Gargano. Con lui, a bordo della vettura, c’era il cognato, Matteo De Palma, che gli faceva da autista, anche lui morto all’istante. L’agguato è costato la vita anche a due fratelli, contadini del posto, testimoni involontari dell’omicidio: Luigi e Aurelio Luciani, rispettivamente di 47 e di 43 anni.

Quattro persone sono morte in un un agguato tra Apricena e San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Il commando è entrato in azione poco dopo le 10 di oggi 9 agosto sulla Strada provinciale 272 nei pressi della stazione ferroviaria aprendo il fuoco con le pistole. Al momento non si conoscono maggiori dettagli ma, secondo Ilfattoquotidiano.it, appare già chiara agli investigatori la matrice mafiosa dell’assalto vicino alla stazione: potrebbe trattarsi di una vendetta per il duplice omicidio di Antonio Petrella e suo nipote Nicola Ferrelli, ritenuto vicino al clan Di Summa.

I due vennero trucidati il 20 giugno scorso alla periferia di Apricena. Dopo averli affiancati in corsa, i killer crivellarono di colpi la loro auto con pistole, fucili e kalashnikov. Poi scesero e, secondo la ricostruzione degli investigatori, hanno finito i due con diversi colpi al volto, sfigurandoli. Una mattanza che, forse, è stata vendicata con l’agguato di oggi.

Lo scorso 27 luglio, a Vieste, sempre nel Foggiano, un uomo legato alla mala garganica era stata assassinato all’ora di pranzo all’interno della propria attività commerciale davanti alla propria famiglia e ai turisti. Con l’agguato di oggi, sale a 15 il numero di vittime di omicidi legati alla guerra di mafia in atto tra la Capitanata e il Gargano da oltre un anno.

Photo credits: Twitter

Impostazioni privacy