Pistoia, in tanti alla messa di don Biancalani dopo le minacce. E lui tende la mano ai neofascisti

Gremita la chiesa di Santa Maria Maggiore, nel quartiere di Vicofaro, a Pistoia, per assistere, stamani 27 agosto, alla messa di don Massimo Biancalani. Presenti, come avevano minacciato, anche esponenti neofascisti di Forza Nuova per “controllare la dottrina di questo prete” che da tempo aiuta gli immigrati. Don Biancalani ha stretto loro la mano, invitandoli a fare silenzio in chiesa. Vigili e carabinieri sono intervenuti all’esterno per garantire l’ordine pubblico.

Si tratta del sacerdote finito al centro di violente polemiche in questi giorni per delle foto da lui pubblicate su Facebook in cui vengono mostrati immigrati africani ai quali il parroco aveva offerto un ristoro in piscina in segno di gratitudine per il loro lavoro svolto come cuochi per una onlus. Il post ha portato a duri attacchi da parte di Forza Nuova e di Matteo Salvini al sacerdote.

Poco prima dell’inizio della cerimonia don Massimo, affiancato dal vicario generale della diocesi di Pistoia, don Fabbri, ha detto: “Sono contento che ci sia tanta gente, ma voglio che sia una messa normale“. Un quarto d’ora prima della celebrazione una ventina di militanti di Forza Nuova è entrata in chiesa. Don Biancalani ha stretto loro la mano, raccomandandosi di stare in silenzio. Mentre dall’esterno dalla chiesa si sentivano le grida: “Fuori, fuori”.

E sono tanti anche i non cattolici che sono arrivati a Pistoia anche da fuori città per far sentire la loro solidarietà al parroco e ai migranti. Fra questi Ibrahim, musulmano del Gambia: “Sono musulmano ma alla Messa di don Massimo io ci sarò. Massimo aiuta anche i poveri italiani che sono ospiti qui: viviamo con loro come fratelli”, ha aggiunto. Un’ora prima della messa c’era già tanta gente in piazza, dove si è svolto anche il “presidio silenzioso” organizzato dal Pd, affiancato da alcune associazioni antirazziste. Presente il segretario regionale Dario Parrini. Presenti i carabinieri e la polizia municipale a vigilare sull’ordine pubblico.

Phoot credits: Twitter, Facebook

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