Londra, secondo arresto per l’attentato nella metro: fermato un 21enne

Dopo aver bloccato un ragazzo di 18 anni, la polizia ha arrestato un secondo sospetto, dell’età di 21 anni, per l’attacco alla stazione della metro londinese di Parsons Green. Lo ha annunciato Scotland Yard, precisando che l’arresto si è verificato nel sud della città, poco prima della mezzanotte del 16 settembre.

Alle 23,50 di sabato a Hounslow, nella parte ovest della capitale britannica, un ragazzo di 21 anni è stato arrestato e interrogato, spiega Scotland Yard, in una stazione di polizia a sud di Londra. Il primo sospetto era stato individuato fra i docks del porto di Dover, a tiro di traghetto da quella Francia in cui – al di là della Manica – cani sciolti o meno sciolti dell’Isis hanno colpito negli ultimi tempi quanto e più che in Gran Bretagna. Ha 18 anni, poco più che un ragazzo, ed è sospettato d’essere lui il terrorista che venerdì ha collocato un ordigno assemblato artigianalmente, ma in potenza micidiale, su un vagone della metropolitana di Londra. L’identità resta coperta per ora dal riserbo. In serata si è diffusa la notizia che il giovane era già stato arrestato e poi rilasciato, due settimane fa.

Intanto gli investigatori non escludono altri responsabili. Le indagini su quanto accaduto a Parsons Green non sono finite qui, come ha avvertito la ministra dell’Interno, Amber Rudd, al termine di una nuova riunione del comitato di emergenza Cobra. Confermando che lo stato di allerta nazionale, elevato ieri sera da “severo” a “critico”, resta al livello più grave: quello che presuppone il timore concreto di altri attentati imminenti. A far eco alle sue parole, la notizia di un blitz della polizia in assetto anti-guerriglia in un edificio residenziale di Sunbury-on-Thames, nel Surrey, sgomberato in fretta e furia da tutti gli inquilini a scopo precauzionale per setacciare l’appartamento di una “rispettata” e anziana coppia locale (entrambi sugli 80) che per anni pare abbia dato ospitalità a figli di rifugiati.

Ma sopratutto il panorama di un Paese che – nei suoi obiettivi sensibili, incluso in queste ore lo Stamford Bridge, stadio del Chelsea semi blindato per il derby con l’Arsenal – si risveglia presidiato da centinaia di militari: fatto insolito laddove di norma gli stessi agenti vanno in giro disarmati e laddove i soldati per le strade erano ricomparsi qualche giorno a fine maggio in seguito alla strage suicida della Manchester Arena; mentre prima di allora sembravano quasi un ricordo sfocato dell’epoca dei “troubles” irlandesi e della minaccia dell’Ira.

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