Trovata lettera shock nel pc di Noemi: convalidato l’arresto per il fidanzato reo confesso

Il Gip ha disposto il trasferimento del fidanzato di Noemi Durini in una casa protetta fuori dalla Puglia. Le indagini continuano: trovata una inquietante lettera scritta dal reo confesso pochi giorni prima dell’omicidio.

Dopo l’episodio delle due molotov lanciate nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 settembre contro la casa del reo confesso dell’omicidio della fidanzata Noemi Durini, la tensione ad Alessano, paese in cui vive la famiglia di Lucio M., cresce. Il Gip del Tribunale dei minorenni di Lecce, Ada Colluto, ha convalidato il fermo per omicidio volontario premeditato aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi nei confronti del fidanzato 17enne di Noemi ed ha disposto il trasferimento di quest’ultimo in un istituto protetto per minorenni fuori dalla regione Puglia. Nel corso delle indagini è stata rinvenuta, nel computer della ragazza, una lettera scritta dal fidanzato che ben testimonia il rapporto conflittuale che il giovane aveva con i propri genitori. Nell’epistola, inviata il 30 agosto 2017, quattro giorni prima dell’omicidio, Lucio scrive: “Mio padre mi diceva di lasciarla stare. Mi stavo cominciando a stressare perché una cosa quando è mia, io la voglio mia per sempre a tutti i costi. Iniziarono i problemi seri con mio padre e mia madre che mi portarono all’esaurimento nervoso. Una sera furono talmente tante le lamentele dei miei che io cominciai a ribellarmi scatenando tutta la rabbia che avevo verso di loro. Quella sera volarono forti manate tra me e mio padre, talmente tante che io svenni e loro chiamarono il 118. Passata la settimana del Tso convinsi mio padre e mia padre che l’avrei eliminata (riferendosi a Noemi) per sempre dalla mia testa e così non fu. Io la amo ancora e non la tradirò mai, per potermela tenere stretta e più in là sposarmela“.

Per il momento l’unico responsabile dell’omicidio di Noemi è Lucio M., mentre il padre del reo confesso è indagato solo per l’occultamento di cadavere. Si ipotizza che abbia aiutato il figlio a disfarsi del corpo senza vita della fidanzata, anche se il giovane ha raccontato agli inquirenti di aver assassinato Noemi Durini nella campagna di Santa Maria di Leuca, dove è stato trovato il cadavere. A non convincere del tutto chi indaga sono le contraddizioni del giovane nel corso dei diversi interrogatori, a partire anche dalle modalità in cui dice di aver ucciso la 16enne: dichiarando prima di averla uccisa con una pietra e poi con un coltello che si sarebbe spezzato. Dalle prime analisi sul corpo della giovane però non sono state trovate feriti compatibili con le pietre ed inoltre il coltello non è ancora stato rinvenuto.

Il 17enne, per non aggravare ulteriormente la propria posizione ha scelto di non rispondere davanti al gip Ada Colluto. I difensori di Lucio M. hanno chiesto di trasferire il giovane in una struttura non detentiva e di sottoporlo a perizia psichiatrica, per verificare la capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio. Nel frattempo oggi, lunedì 18 settembre, inizieranno gli accertamenti autoptici sul corpo di Noemi Durini, che potrebbero già concludersi nei prossimi giorni. Il sindaco di Specchia, Rocco Pagliara, ha inoltre invitato a presenziare ai funerali della giovane, che si terranno non appena verrà terminata l’autopsia, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

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