Trapianto di cuore: morto 48 ore dopo l’intervento. Inchiesta per omicidio

Sognava il trapianto di cuore che gli avrebbe salvato la vita. E per lui, un uomo di 60 anni, la telefonata alla fine era arrivata: “Ora si può, la operiamo”. Ma il paziente, operato al San Camillo di Roma grazie alla disponibilità di un cuore giunto dal San Raffaele di Milano, è morto poche ore dopo l’intervento. La procura ha aperto un fascicolo. La ministra Lorenzin: “Inaccettabile, agiremo di conseguenza”.

AGGIORNAMENTO ORE 18:11 – “Il cuore del donatore era perfetto“. I medici dell’ospedale San Camillo di Roma si difendono in una conferenza stampa. “Le complicanze del trapianto, che purtroppo possono avvenire – spiega il direttore dell’unità di cardiochirurgia del San Camillo, Francesco Musumeci – non sono dovute al cuore trapiantato“.

La chiamata è arrivata mentre il 60enne si trovava in villeggiatura con alcuni parenti. Aveva problemi cardiaci talmente gravi che i medici gli avevano dato al massimo un anno di vita. L’intervento chirurgico si è svolto all’ospedale San Camillo di Roma ma il paziente è morto 48 ore dopo. I familiari hanno denunciato la tragedia e l’autopsia ha confermato che il cuore del donatore “era malato”. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.

Il cuore era partito da Milano. Poche ore prima dell’operazione un 50enne era deceduto in una piscina del capoluogo lombardo (aveva dato in vita il consenso all’espianto degli organi). Per la prima volta, però, ha avuto un arresto cardiaco. I sanitari sono riusciti a far ripartire il cuore ma non a salvargli la vita. Gli organi gli sono stati espiantati all’ospedale San Raffaele di Milano. L’intervento a Roma è stato eseguito correttamente ma il cuore trapiantato “non era sano”, ha spiegato nella sua relazione il medico legale.

L’inchiesta, ancora contro ignoti, è passata nelle mani della procura di Milano “perché l’errore medico si sarebbe consumato al San Raffaele” a cui sarebbe spettato l’onere della valutazione medica sull’idoneità del cuore trapiantato. “È una vicenda gravissima per un sistema d’avanguardia come il nostro – ha dichiarato a a Radio Capital la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin -. Facciamo trapianti in tutto il mondo, siamo leader. Attiveremo le procedure. È tragico e inaccettabile, agiremo di conseguenza“.

Gli trapiantano un cuore malato: morto 48 ore dopo l'intervento. Inchiesta per omicidio

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