Funzionario pubblico rifiuta tangenti da migliaia di euro e fa arrestare un imprenditore

Un funzionario della Città Metropolitana (ex Provincia) di Firenze, direttore dei lavori di manutenzione delle strade del Mugello, ha rifiutato una tangente e ha denunciato un imprenditore che voleva corromperlo. L’uomo è stato arrestato.

Lo scrive su Repubblica Franca Selvatici. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’imprenditore chiedeva al funzionario di chiudere un occhio sulle maggiori spese che la sua azienda aveva dichiarato – ma non aveva sostenuto – per materiali quali bitume e conglomerato impiegati nei cantieri. Il funzionario aveva già rifiutato una bustarella in ottobre e aveva denunciato l’imprenditore, che è tornato alla carica nei giorni scorsi.

Ha preso un appuntamento negli uffici della Direzione viabilità e quando si è trovato davanti al funzionario ha cercato di consegnargli una busta contenente 4000 mila euro. Il funzionario ha ripetuto che non accettava denaro e gli investigatori della polizia provinciale, che erano appostati nella stanza vicina, hanno arrestato in flagranza l’imprenditore per istigazione alla corruzione.

L’arrestato è Raffaele Tizzano, 39 anni, di Acerra, procuratore speciale della Co.Res, azienda di Venafro (Isernia) che si era aggiudicata l’appalto da 5 milioni per la manutenzione delle strade mugellane con un ribasso del 46,3% e, secondo le accuse, cercava di recuperare la convenienza economica per l’impresa “attraverso la sistematica truffa sul materiale fornito”. Il gip Francesco Bagnai ha convalidato l’arresto e ha spedito Tizzano ai domiciliari. Durante l’interrogatorio l’imprenditore ha cercato di sostenere di essersi sentito in qualche modo indotto dal funzionario a pagare una tangente a causa dei suoi comportamenti “sospetti”. Il gip ricorda però, sottolinea Selvatici nel suo articolo, che l’architetto direttore dei lavori aveva denunciato in ottobre un tentativo di corruzione e rileva che “un ipotetico concussore non si rivolge di certo alla polizia giudiziaria quando il soggetto concusso gli porta il denaro, ma lo incassa e casomai ne chiede dell’altro”.

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