Caso Martina Rossi, a giudizio due amici. “Lei morì per sfuggire a uno stupro” [VIDEO]

Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi saranno processati per la morte di Martina Rossi, la ragazza di Genova caduta da un balcone a Palma di Maiorca (Spagna) il 3 agosto 2011. Sono accusati di morte in conseguenza di altro reato: Martina avrebbe, cioè, cercato di sfuggire a un loro tentativo di violenza sessuale, precipitando e morendo sul colpo.

Il Giudice per le indagini preliminari di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, lo ha stabilito ieri 28 novembre, dopo alcune ore di camera di consiglio. Come racconta Salvatore Mannino su La Nazione, si tratta di una svolta perché costringe i due sospettati di Castiglion Fibocchi (Arezzo) a difendersi in giudizio per quel che accadde alla studentessa genovese volata giù dal sesto piano di un grande albergo di Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. Invano i due accusati avevano chiesto l’archiviazione immediata. Il processo è stato fissato per il 13 febbraio 2018.

LA TESI DELL’ACCUSA

Per il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, non ci sono dubbi: Martina morì mentre cercava di scavalcare da un balcone all’altro per sfuggire alle moleste attenzioni di Alessandro e Luca. Perse la presa sulla ringhiera e precipitò con un urlo che in tanti dentro l’hotel Santa Ana di Cala Mayor ammettono di aver sentito. I due giovani avrebbero mentito: hanno sempre raccontato, anche alle amiche, che uno di loro era sceso a chiedere aiuto per Martina, la quale, in preda a una sorta di crisi isterica, lo aveva graffiato, prima di precipitare. I graffi sarebbero un tentativo di difesa dallo stupro.

LA TESI DELLA DIFESA

Opposta la ricostruzione della difesa. Martina avrebbe visto nei due ragazzi una somiglianza impressionante col fidanzato che l’aveva lasciata un paio di anni prima, gettandola in una crisi post-adolescenziale risolta solo dalle cure di uno psicologo. A quel punto sarebbe stata lei a tentare l’approccio e vedendosi rifiutata si sarebbe suicidata per lo sconforto. Uno scenario che ha indignato i genitori della ragazza, Bruno e Franca.

L’UNICA TESTIMONIANZA OCULARE

Come sottolinea Mannino su La Nazione, al processo peserà anche l’unica testimonianza oculare: quella della cameriera dell’albergo, Francisca P., che vide tutto dalla strada. Lei non ha dubbi: Martina si buttò volontariamente. Rossi ribatte che non poteva vedere quel che dice di aver visto, era abbagliata dal sole. Fanfani ci aggiunge la postilla: anche fosse tutto vero, sarebbe un racconto compatibile con Martina che scavalca e cade per sfuggire ai suoi aguzzini.

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Photo credits: Twitter, Facebook

 

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