Sondaggio shock: il Pd di Renzi rischia meno voti del 2013; volano Forza Italia e il Centrodestra

Sedici punti in meno rispetto alle elezioni Europee di tre anni fa, il 6%lasciato per strada da maggio a oggi: il Pd è al minimo storico nell’era di Matteo Renzi: dal 40,8% del 2014 ai sondaggi che adesso indicano un 24,4%. Vola invece il Centrodestra a trazione Berlusconiana, al 36,6%.

E le rilevazioni non tengono conto del forfait di Giuliano Pisapia e Angelino Alfano, usciti di scena mercoledì scorso. L’ultimo sondaggio di Ipsos registra il crollo del Partito Democratico e la crescita del Movimento Cinque Stelle, primo partito con il 29,1% delle preferenze secondo le intenzioni di voto registrate dall’istituto di Nando Pagnoncelli tra il 5 e il 6 dicembre 2017. Comunque ancora molto lontano dalla soglia che permetterebbe di governare.

Per quell’obiettivo ha al momento qualche chance solo il centrodestra unito che fa segnare il 36%. Mentre la prima rilevazione di Liberi e Uguali si attesta al 6,6%. Non c’è quindi il grande balzo della sinistra unita, ma comunque la coalizione e la guida di Pietro Grasso premiamo le formazioni di sinistra. Matteo Renzi ha riportato le lancette dei dem indietro di quattro anni: Pier Luigi Bersani nel 2013 si fermò al 25,4% nelle urne, un punto in più di quanto il Pd raccoglierebbe se si votasse oggi. Il partito di Silvio Berlusconi raccoglierebbe oggi il 16,7% dei voti in netta crescita al 15,1 di luglio e al 13,2 di maggio. La performance degli azzurri permette di staccare la Lega di Matteo Salvini al 14,4% nella partita tutta interna per la guida della coalizione, completata da Fratelli d’Italia che post-congresso arriva al 4,9%.

La novità della settimana è rappresentata da Liberi e Uguali, la formazione che tiene insieme i partiti alla sinistra della Pd. Alla prima rilevazione post incoronazione a leader di Pietro Grasso, Liberi e Uguali si attesta al 6,6% per cento secondo Ipsos. La soglia del 10% per cento profetizzata da Massimo D’Alema è ancora lontana, ma comunque l’unità piace agli elettori dell’area di sinistra. A fine ottobre, infatti, Mdp e Sinistra Italiana erano accreditati rispettivamente del 2,8% e 2,6%. L’unione, quindi, ha un suo valore in termini percentuali. E nuovi arrivi sono alle porte dopo lo smembramento di Campo Progressista.

Mercoledì 29 novembre, le prime pagine dei giornali

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