“Voleva fare un attentato in Italia”: africano arrestato a Napoli, massima allerta terrorismo

Un cittadino del Gambia è stato fermo a Napoli nel corso di un’operazione antiterrorismo condotta dalla Digos e dal Ros. Secondo l’agenzia Ansa dalle indagini coordinate dalla Procura sarebbe emerso il progetto di un attentato.

L’uomo aveva chiesto asilo politico ma la pratica per la concessione era ancora in valutazione. Si tratta dell’ennesima operazione antiterrorismo dopo quelle delle ultime settimane, anche con le espulsioni di questi giorni nella galassia jihadista: 32 dall’inzio del 2018. Segnalazioni su possibili attacchi arrivano in continuazione e vengono esaminate dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa).

Il livello di allerta in Italia è al massimo, il 2. Quello successivo, il 3, scatta quando c’è un attentato in atto. I lupi solitari, come quelli che nel corso del tempo hanno colpito in Francia, sono il pericolo più temuto in questo momento. Di solito sono molto giovani, in forte stato di disagio sociale, di recente radicalizzazione, e possono passare all’azione stimolati dai continui appelli al jihadismo che viaggiano sui social media.

Ma le forze dell’ordine tengono d’occhio anche i combattenti di ritorno dai teatri di guerra in Medio Oriente e non solo: poco più di 120 quelli che hanno avuto a che fare con l’Italia. Per rientrare nei Paesi di provenienza possono seguire le rotte dei migranti, come più volte segnalato dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Le espulsioni “per motivi di sicurezza dello Stato” rappresentano uno degli strumenti chiave messo in campo dal Viminale. Tra gli allontanati, una ventina di imam. La minaccia dunque, come rilevato nell’ultima relazione dell’intelligence, resta “di prima grandezza”, proprio per la capacità di innescare processi di radicalizzazione nei paesi bersaglio ed incoraggiare l’azione autonoma “con ogni mezzo disponibile”.

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