Giallo di Marcheno, nuovo particolare shock contro i nipoti di Mario Bozzoli

Sono passati quasi 3 anni dalla scomparsa di Mario Bozzoli, l’imprenditore di Marcheno sparito nel nulla dopo una giornata di lavoro nella sua fonderia. Per gli inquirenti l’uomo è stato ucciso e il suo cadavere è stato caricato su un camion, per poi essere fatto sparire. Nel frattempo la moglie rivela un dettaglio che potrebbe aggravare la posizione dei due nipoti, indagati per omicidio. 

Dall’8 ottobre del 2015 non si sa più nulla di Mario Bozzoli, l’imprenditore di Marcheno, in provincia di Brescia, visto per l’ultima volta in vita nella sua fonderia. Per chi indaga l’uomo è stato ucciso. Ad alimentare tale ipotesi vi sono le strane coincidenze avvenute quel giorno, come per esempio il non funzionamento delle telecamere di sorveglianza all’interno della fonderia. Il corpo dell’imprenditore 50enne non è mai stato ritrovato. L’ipotesi al momento più accreditata è che Bozzoli non è stato gettato in un forno della fonderia, ma sia stato ucciso e caricato su un furgone, per poi essere fatto sparire. Dalle analisi delle scorie dei forni, infatti, non sono state rinvenute sostante chimiche che potessero essere ricondotte alla presenza di resti umani. Ad essere indagati per omicidio e distruzione di cadavere sono i due nipoti, Alex e Giacomo Bozzoli, e i due ex operai della ditta, Oscar Maggi e Aboagye Akwasi.

L’unica cosa certa è che l’8 ottobre del 2015, verso le ore 19, Mario Bozzoli era ancora vivo ed aveva appena finito il turno di lavoro. Come di consueto aveva appoggiato i guanti sopra il muletto su cui aveva lavorato fino a qualche minuto prima, si era appoggiato la felpa sulle spalle e, dopo essersi cambiato negli spogliatoi, avrebbe dovuto raggiungere la sua famiglia a casa per la cena. L’imprenditore, proprio appena finito di lavorare, come era solito fare, aveva chiamato la moglie per avvertirla, peccato però che Bozzoli non arrivò mai a casa quel giorno. Cosa sia successo dopo la telefonata rimane ancora un mistero, in quanto le telecamere puntate verso gli spogliatoi, verso i forni e verso altri locali dell’azienda quel giorno non hanno funzionato

Gli inquirenti, in primo momento, avevano ipotizzato che le videocamere di sicurezza presenti nella fonderia erano state manomesse di proposito, ma a rivelare un particolare molto importante è proprio la moglie di Mario Bozzoli. In una recente intervista ai microfoni di Quarto Grado la donna ha affermato che soltanto i nipoti del marito, in quanto suoi soci, avevano accesso all’uso delle telecamere di sorveglianza, spiegando inoltre che quest’ultime venivano impostate e controllate digitalmente. Alex e Giacomo Bozzoli, secondo le dichiarazioni della donna, sarebbero stati gli unici ad essere a conoscenza delle password delle telecamere. 

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