Calciatore ucciso a Milano, la perizia svela la verità shock sull’omicidio di Andrea La Rosa

Novità agghiaccianti nell’omicidio di Andrea La Rosa, l’ex calciatore ucciso nel novembre del 2017 a Milano: la perizia ha svelato le modalità dell’atroce delitto. Indagata una terza persona.

La perizia sul corpo di Andrea La Rosa ha evidenziato la vera causa della morte dell’ex calciatore, ucciso nella notte tra il 14 e il 15 novembre del 2017 a Milano. Una novità raccapricciante che segna però la svolta nelle indagini. Dalla perizia è emerso che il giocatore non è morto per le ferite che gli sono state inferte, bensì per i fumi dell’acido del bidone dove era stato infilato. Per la morte del giovane al momento sono in carcere Raffaele Rullo e sua madre Antonietta Biancaniello. Entrambi sono accusati e indagati per l’omicidio, che secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe avvenuto per un debito di oltre 30 mila euro che i due avevano nei confronti di Andrea La Rosa.

Secondo gli investigatori, il delitto era stato progettato e premeditato da tempo, ciò lo si evincerebbe dalla ricerca e dal reperimento dei materiali per uccidere e far sparire il cadavere. Andrea La Rosa sarebbe stato attirato a casa della signora Antonietta Biancaniello dal figlio con la scusa di presentargliela. Successivamente i due indagati gli avrebbero somministrato due sostanze narcotizzanti, così da renderlo incosciente, per poi portalo nella cantina, dove lo avrebbero messo all’interno di un bidone di metallo. Dopodiché avrebbero versato almeno 6 flaconi di acido cloridrico e infine avrebbero sigillato con del nastro isolante il coperchio del fusto.

Il fusto di metallo venne rinvenuto all’interno di un bagagliaio di un’automobile. Ed è proprio legato a questo particolare che ora è indagato per favoreggiamento una terza persona. Si tratta del 72enne Sante Cascella, proprietario della rimessa dove è stato custodito per una decina di giorni il fusto in cui era contenuto il corpo del giovane. Ad incastrarlo secondo gli inquirenti è il fatto che l’uomo avrebbe provato nei giorni precedenti e successivi alla morte di Andrea La Rosa a mettersi in contatto proprio con Raffaele Rullo.

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