Dramma in Thailandia: durante le difficilissime operazioni di soccorso per trarre in salvo i 12 ragazzini (foto in alto) intrappolati nelle grotta di Tham Luang a causa delle inondazioni, uno dei Navy Seals è morto per mancanza di ossigeno. L’uomo, Saman Guana, 37 anni, ha perso conoscenza sulla via del ritorno, e i tentativi di farlo rianimare sono falliti.
Le squadre dei soccorsi continuano a lavorare senza sosta e, con un occhio al cielo per le piogge monsoniche in arrivo, mantengono aperte tutte le opzioni. “Se il volume dell’acqua aumenterà con la pioggia, dovremo calcolare quanto tempo avremo, quante ore, quanti giorni. Rischieremmo di tornare alla situazione in cui ci trovavamo all’inizio”, ha dichiarato, come riporta il sito di Rainews, il governatore Narongsak Osatanakorn, che dirige le operazioni.
Le autorità non hanno fornito altri aggiornamenti, il che fa capire come il momento del blitz finale sia ancora lontano e l’emergenza ancora in stallo.
Tra i ragazzi intrappolati nella grotta il più debole, paradossalmente, è Ekapol Chanthawong, l’allenatore 25enne della squadra di baby calciatori, considerato dai media locali il responsabile di quanto accaduto (e per questo potrebbe essere incriminato, poiché avrebbe dovuto evitare che 11 giorni fa i ragazzini si infilassero nel labirinto).
In realtà i ragazzi lo difendono, e, secondo un soccorritore della forze speciali della marina, “Aek” ha dato loro in questi giorni tutto che aveva, tenendo quasi nulla per sé in cibo e acqua. Lo riporta il sito Sanook – citato dalla corrispondente dell’agenzia di stampa tedesca Dpa, Hathai Pia -; Aek, inoltre, avrebbe vietato ai ragazzi di bere acqua sporca accumulata a terra, inquinata dai monsoni, e di raccogliere, invece, quella che penetrava dall’alto.
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