Premio Letizia Leviti 2018: da Cremonesi a Biazzo, vince il giornalismo di qualità

Si è svolta il 18 luglio a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, la cerimonia di assegnazione del Premio giornalistico Letizia Leviti, edizione 2018, voluto dall’omonima Associazione e patrocinato dal Comune di Firenze e dall’Ordine nazionale dei giornalisti.

Le giurie d’eccezione – di cui fanno parte personalità e giornalisti di lungo corso come Emilio Carelli, Paolo Graldi, Paolo Mieli, Mario Orfeo – hanno consegnato i tre premi giornalistici Reporter di Frontiera, Under 35 e Giornalismo televisivo-professionisti, a coloro che, a insindacabile giudizio, hanno saputo raccontare la verità, con onestà intellettuale e cura del linguaggio, secondo i principi portati avanti da Letizia Leviti (nella foto in alto) nell’esercizio della sua professione. 

Lorenzo Cremonesi

Ad aprire e chiudere la cerimonia di premiazione, il debutto dell’Orchestra Futura, fondata dall’Associazione Letizia Leviti e quest’anno diretta da Edoardo Rosadini. I sessanta elementi hanno interpretato il primo movimento – Allegro – dal Concerto per flauto e arpa K. 299 e la Sinfonia K. 385 “Haffner” di W.A. Mozart.

Premio Reporter di Frontiera – Lorenzo Cremonesi

Perché è un ragazzo di 60 anni, o giù di lì. Perché da 35 anni non trova pace. Israele, Libano, Iran, Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, Pakistan, India… Da inviato del Corriere della sera, le crisi, le guerre, le ha viste tutte (o quasi). Perché, dopo tante maratone dell’orrore, dice che “il nostro non è un mondo così pieno di guerre”, e che non bisogna esagerare. 

Sacha Biazzo

Premio Under 35 – Sacha Biazzo

Per la rilevanza delle sue inchieste a livello nazionale, e per la ricerca, riuscita, di un linguaggio che parli a tutti, leggero anche quando tratta temi drammatici. Perché ti porta dentro alle storie. Sia quando si sveglia sul peschereccio Sea Eye e si avvia barcollante a fare il suo turno di guardia dopo avere dormito tre ore, che quando si intrufola tra le maglie delle terribili storie di abuso dell’istituto Provolo di Verona. Perché ha combattuto, raccontandola, la corruzione dei potenti e degli “uomini di Dio”, restituendo dignità perduta alle vittime.

Premio Giornalismo Televisivo professionisti, in partnership con Skytg24 –
Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi, Andrea Sceresini (candidatura in team)

Per il progetto editoriale “Una borsa di pelle”. Per la coerenza rispetto al valore della ricerca della verità e alla libertà nell’indagine dei fatti che rappresentano la principale finalità del Premio giornalistico Letizia Leviti. Per l’accuratezza e la professionalità nella descrizione dello storyboard e del piano di produzione. Perché il loro lavoro si è distinto per essere ben articolato e strutturato. 

Giuseppe Borello, Andrea Sceresini, Lorenzo Giroffi

Photo credits: Ufficio Stampa Associazione Letizia Leviti

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