Tre italiani scomparsi in Messico, commovente messaggio per Antonio Russo

Sono passati quasi 6 mesi dalla scomparsa dei tre italiani in Messico. I familiari di Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo non si arrendono e continuano a lottare per ottenere la verità. Nel mentre su Facebook in molti hanno dedicato commoventi messaggi di auguri al 26enne Antonio.

Parole toccanti quelle che circolano su Facebook dedicate ad Antonio Russo, uno dei tre italiani scomparsi in Messico il 31 gennaio scorso. Il 20 luglio era il suo compleanno, il primo lontano da casa e dalla famiglia. Proprio chi gli vuole bene da mesi lotta per ritrovarli. Un’assenza che crea un vuoto incolmabile, oltre che rabbia, paura per non avere alcuna notizia di Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo. Rabbia perché le indagini sembrano andare a vuoto o non avere esiti rilevanti.

Francesco Russo, fratello e figlio rispettivamente di Antonio e Raffaele, su Facebook ha voluto fare gli auguri di compleanno proprio al 26enne, scrivendo: “Fratm Anto il vuoto che ho dentro per te non si spiega. Dirti che mi manchi da morire sembra banale ma è la verità. Sei un fratello esemplare, il sorriso della nostra casa insieme a Papà. Ovunque tu sia io ti faccio gli auguri di un buon compleanno. Dio sa bene che tu meriti di festeggiarlo insieme a noi. Tornate dai che mi sto scocciando di vivere“. Parole toccanti che lasciano ben intendere il dolore dei familiari che da mesi non hanno notizie.

Cosa sia successo quel 31 gennaio resta al momento un mistero. Stando quanto ricostruito Vincenzo Cimmino e Antonio Russo avevano raggiunto il familiare Raffaele Russo per vendere dei generatori elettrici. Il 31 gennaio 2018 Raffaele Russo non risponde più al telefono, scomparendo nel nulla. Vincenzo e Antonio, stando ad una ricostruzione dei fatti, uscirono con la macchina per cercarlo, quando 4 poliziotti di Tecalitlán li fermarono e consegnarono ad una organizzazione criminale di Jalisco. Gli agenti sono stati arrestati e accusati di sparizione forzata dei tre italiani. I poliziotti hanno confessato di aver venduto per una cifra pari a 43 euro i tre italiani, ma non hanno rivelato la banda criminale.

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