Omicidio Pamela Mastropietro, Oseghale confessa: “Ho sezionato io il corpo”

Si è concluso il nuovo interrogatorio di Innocent Oseghale alla presenza del procuratore capo di Macerata che si occupa delle indagini riguardanti il brutale omicidio di Pamela Mastropietro. L’uomo ha confessato di aver sezionato il corpo della 18enne, ma ha ribadito di non averla uccisa.

È stato ascoltato quest’oggi, 31 luglio, Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano accusato dell’omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo è stato dissanguato, pulito con la candeggina e fatto a pezzi, per poi essere riposto all’interno di due trolley abbandonati vicino Pollenza, in provincia di Macerata. L’uomo ha ammesso di aver sezionato il corpo della ragazza. A diffondere quanto rivelato nell’interrogatorio, svoltosi alla presenza del procuratore capo di Macerata, è stato l’inviato di Quarto Grado Remo Croci.

Oseghale ha continuato a rigettare l’accusa di omicidio e di violenza sessuale e, assistito dal suo avvocato Simone Matraxia, ha fatto chiarezza sugli ultimi momenti trascorsi nel suo appartamento di Macerata in compagnia di Pamela Mastropietro. L’indagato, in carcere per l’applicazione della misura cautelare detentiva, ha dichiarato: “Una volta a casa Pamela si è iniettata l’eroina e subito dopo si è sentita male. Ho chiesto aiuto a Antonhy, un mio amico, al telefono. Lui mi ha suggerito di gettarle sul corpo dell’acqua fredda e di chiamare l’ambulanza. Ho avuto paura. Lei non rispondeva più“.

Innocent ha poi proseguito: “Sono uscito a fare delle consegne. Quando sono tornato lei era morta. Sono uscito a comprare un sacco per nascondere il corpo. Non ci sono riuscito perché il sacco era piccolo. Ho preso così la decisione di sezionare il corpo. Non l’avevo mai fatto prima. Ho nascosto i resti in due valigie e le ho portate con un taxi verso Sforzacosta ma ero al telefono e non mi sono accorto di aver superato il paese e così ho chiesto al tassista di lasciare le due valigie lungo il fossato. Temevo la reazione della mia compagna”.

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