Odiatissimo dagli italiani, il bollo auto è in pratica una tassa sul possesso e sulla circolazione delle vetture, da versare in misura diversa in base alla potenza dei veicoli anche se non sono utilizzati. La riscuotono le regioni e quindi ogni amministrazione stabilisce i criteri e le norme da applicare mentre il superbollo per le auto di grossa cilindrata viene versato direttamente allo Stato. Nel complesso, secondo calcoli della Cgia di Mestre, nel 2016 il bollo auto ha portato nelle casse regionali 6,6 miliardi di euro. Esistono però alcune esenzioni sia regionali che nazionali e il governo intende ampliare queste casistiche, in vista di un piano di agevolazioni per il passaggio ad auto meno inquinanti.
Come specificato in un articolo di Wired.it, a firma di Andrea Pitozzi, a oggi sono previste esenzioni per auto utilizzate da persone disabili o invalide (sia nel caso che il veicolo sia intestato direttamente a loro o alla persona che lo ha in carico a livello fiscale). Bollo zero anche per auto ibride, auto elettriche, mentre vi sono riduzioni per auto alimentate esclusivamente a metano o gpl. Sconto sul bollo auto anche per i veicoli storici, mentre sono esenti dal pagamento del bollo i veicoli intestati a onlus, le ambulanze e i mezzi per il trasporto di organi e di sangue. Parziali esenzioni sono poi previste dalle singole regioni per l’acquisto o la conversione di auto in metano o gpl (Trento, Toscana, Puglia); per veicoli plug-in (Lombardia); 3 anni di esenzione per ibride benzina-elettriche (Lazio) e 5 anni di esenzione per auto elettriche (Campania). Dal governo si punta alla riduzione della tassa per veicoli a basse emissioni e all’aumento per quelli altamente inquinanti, mentre l’Europa vorrebbe uniformare la tassazione in tutti i paesi dell’Unione. L’idea è quella di legare il pagamento del bollo non più al semplice possesso ma all’inquinamento prodotto dal veicolo.
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