Casalino shock: “Pronti a far fuori i tecnici Mef”. Bufera sul portavoce del premier Conte

Audio shock di Rocco Casalino: “Se non si trovano i soldi per il reddito di cittadinanza, noi del M5S ci dedicheremo a far fuori una marea di gente del ministero dell’Economia per tutto il 2019″. È quanto ha affermato il portavoce del premier Giuseppe Conte, nel corso di una conversazione con un misterioso interlocutore registrata all’interno di un bar. Il responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi ha rivolto frasi molto pesanti nei confronti del ministero retto da Giovanni Tria: “Non ce ne frega niente, sarà una cosa ai coltelli…“. Secondo quanto riportano La Repubblica e Il Giornale, non si tratta di un’intercettazione ma di una vera e propria “dichiarazione di intenti”, rilasciata a un interlocutore che non interviene mai, volta alla diffusione. Nell’audio Casalino dichiara infatti: “Se vuoi far uscire una cosa simpatica, scrivi che nel Movimento è pronta la megavendetta“.

“Ormai si è capito che Tria c’entra relativamente – prosegue il portavoce di Conte – ma al ministero c’è una serie di persone che è lì da decenni, che proteggono il solito sistema e non ci fanno capire dove si possono trovare nel bilancio questi 10 miliardi del c…“. L’audio, già circolati ai piani alti di Palazzo Chigi, rischia di far tremare il governo in un momento molto delicato, con il Def (Documento di programmazione economica e finanziaria) e la legge di stabilità ancora da definire. Casalino era finito di recente nella bufera per un altro motivo: il suo stipendio da portavoce del presidente del Consiglio e capo della comunicazione a Palazzo Chigi. Con i suoi 169 mila euro lordi all’anno, guadagnerebbe di più dello stesso premier Giuseppe Conte. Ma guai a dirgli che forse si tratta di una cifra eccessiva, specie se vista da un Movimento che ha sempre fatto della lotta agli sprechi una battaglia dura: “Il mio stipendio è meritato. Il M5S è sempre stato per la meritocrazia – si è difeso Casalino di fronte alle critiche in questi giorni -, abbiamo sempre criticato i privilegi ingiustificati e il mancato riconoscimento, anche economico, delle competenze professionali”.

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