Reddito di cittadinanza, Salvini si mette contro Di Maio: ecco perché

Sui fondi destinati al reddito di cittadinanza il vicepremier leghista Matteo Salvini corregge Luigi Di Maio e il Movimento Cinque Stelle: “Se la matematica non è un’opinione sono 7-8 miliardi per la Fornero e altri 8 per il reddito” ha detto, intervistato a Radio Anch’io oggi 4 ottobre, secondo quanto riporta il sito dell’Ansa. “Nella manovra ci saranno 16 miliardi per i due interventi principali, reddito di cittadinanza e abolizione della legge Fornero – ha precisato Salvini -. Ma in questa cifra ci saranno anche l’aumento delle pensioni di invalidità, il quoziente familiare, un premio alle famiglie numerose con contributo alla natalità” . Un po’ troppo perché si verifichi l’iniziale ipotesi di 10 miliardi tutti per il reddito di cittadinanza, che Di Maio e soci (pentastellati) avevano indicato nei giorni di fine settembre, nell’euforia del raggiunto accordo in Consiglio dei ministri sul Def (il documento di economia e finanza, propedeutico alla manovra della legge di bilancio).

“Sull’abolizione della legge Fornero sulle pensioni – ha spiegato ancora Salvini – l’investimento varia tra i 7 e gli 8 miliardi a seconda di quanti sceglieranno di andare in pensione nel 2019. Abbiamo scelto di non fare penalizzazioni e di non mettere paletti, come limiti di reddito. La Fornero è stata una legge ingiusta e va abolita”. La replica del vicepremier Di Maio è arrivata tramite un intervento a distanza su Radio Radicale: “La misura messa in piedi prevede che tutta la platea abbia il reddito di cittadinanza e che si superi la legge Fornero con quota 100 vera. Si sta giocando coi numeri ma i soldi per tutte le misure ci sono“. Smentite anche le ipotesi di rimpasto all’interno del Governo Conte. “Non c’è nessuna ipotesi di cambio di questa squadra, squadra che vince non si cambia”. In queste ultime ore sono circolate ipotesi di un cambio al ministero dell’Economia, con la rimozione di Giovanni Tria e l’insediamento di Paolo Savona. Oggi 4 ottobre il Governo presenterà il Def in Parlamento, con alcuni giorni di ritardo sulla tabella di marcia. Ieri nuovo vertice di maggioranza, dal quale è emerso che il rapporto deficit/Pil sarà fissato al 2,4% nel 2019, poi scenderà al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021.

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