Alitalia, violento scontro fra Di Maio e Tria. Ecco cosa è successo

Giovanni Tria verso le dimissioni? Non si può escludere data la forte tensione nella maggioranza sul dossier Alitalia mentre le Ferrovie si fanno avanti. E Di Maio “scavalca” Tria presentando i dettagli del piano di rilancio, quasi una ri-nazionalizzazione. Ieri 12 ottobre FS Italiane “ha presentato una manifestazione di interesse per Alitalia – si legge in una nota del Gruppo -. Tale manifestazione, necessaria per analizzare al meglio il dossier relativo all’azienda, non è in questa fase vincolante”.

TRIA INFURIATO

Lo scontro fra Di Maio e Tria riguarda l’ipotesi di ingresso del Tesoro nel capitale di Alitalia ventilata dal vicepremier pentastellato. In una misura cospicua, all’insaputa, pare, del titolare di Via XX Settembre. “Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell’Economia. Io non ne ho parlato” ha infatti sottolineato polemicamente Tria, secondo quanto riporta il sito dell’Ansa.

IL PIANO DI MAIO 

In un’intervista in apertura di prima pagina al Sole 24 Ore, invece, il vicepremier e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio in merito al rilancio di Alitalia ha parlato di una “newco dalla dotazione iniziale tra 1,5 e 2 miliardi, partecipata intorno al 15% dal ministero dell’Economia, grazie alla conversione in equity di parte del prestito-ponte da 900 milioni concesso dal precedente governo” e per il resto “da Ferrovie e da un importante partner tecnico internazionale”. “Arriveremo alla scadenza del 31 ottobre con una manifestazione di interesse con offerta vincolante o comunque con una manifestazione di interesse seria e concreta. Vogliamo consentire ad Alitalia non solo di ripartire, ma di renderla strategica nell’offerta turistica italiana”. 

L’INTERVENTO DI CONTE

Il dossier è delle mani del ministro Di Maio, ci siamo aggiornati – ha detto poi il premier Giuseppe Conte -, dobbiamo assolutamente fornire una soluzione e fare sistema, creare sinergie con le Ferrovie dello Stato perché il trasporto aereo e quello ferroviario non possono essere sganciati, abbiamo allo studio una newco e confidiamo a breve di realizzarla”. “Oggi la competitività dell’impresa turistica è affidata alla possibilità di raggiungere le mete a costi accessibili e orari intelligenti. L’ingresso di Ferrovie” in Alitalia, “in questo senso, permetterebbe ad esempio di lavorare al biglietto unico treno-aereo: un turista, quando arriva in Italia, potrebbe spostarsi in tutto il Paese”, ha spiegato in una nota Conte. 

MA LO STATO NON ARRIVERA’ AL 51%

E Di Maio al termine dell’incontro al Mise con i sindacati Alitalia ha detto che “entro il 31 ottobre deve arrivare un’offerta vincolante e il nostro obiettivo è rispettare quella data”. “Stiamo parlando di un progetto ambizioso – ha aggiunto – che tende non a salvare ma a rilanciare Alitalia”. Il governo è “compatto” sul dossier Alitalia, hanno sottolineato fonti di Palazzo Chigi rimarcando come, sul rilancio del vettore, sia il premier Giuseppe Conte che i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio siano uniti nell’obiettivo che Alitalia sia la compagnia di bandiera italiana. Per Alitalia “non immaginiamo uno Stato con una quota superiore al 15-20%: staremo in linea con le partecipazioni” che hanno altri Stati europei, ha ha detto il sottosegretario ai trasporti Armando Siri interpellato dall’Ansa, escludendo l’idea di arrivare al 51% come indicato in passato dal ministro Toninelli. “Potremo stare tra il 15-20%, l’importante è che ci sia un piano industriale sostenibile che dia prospettive per il futuro: non vogliamo soluzioni posticce, ma una soluzione seria e industriale”.

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