Ponte Morandi a Genova, gli sfollati in casa a riprendere gli oggetti. Ma i mobili no

Ci sono voluti 60 giorni dal crollo del Ponte Morandi perché le famiglie sfollate di Genova (circa 700 persone) possano tornare temporaneamente nelle loro case evacuate dalla zona rossa sotto il viadotto per riprendere oggetti e suppellettili, salvo poi uscire (le case, infatti, dovranno essere abbattute). “A partire dalle ore 8 di giovedì 18 ottobre, sarà possibile avviare le attività di accesso agli immobili di via Porro e via Fillak“, hanno annunciato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci, commissario straordinario alla ricostruzione. Il via libera al rientro è arrivato ieri 15 ottobre a seguito del parere favorevole della Commissione tecnica preposta, secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa.

LE CONDIZIONI PER ENTRARE IN CASA

In caso di superamento della soglia d’attenzione, rilevata dai sensori, si dovrà disporre l’evacuazione entro 4 minuti e si dovrà interdire l’accesso a tali aree fino a nuova comunicazione della Commissione tecnica. Qualora la visibilità dovesse essere inferiore ai 1.000 metri, la velocità media del vento dovesse superare i 10 metri al secondo o dovesse subentrare un’allerta meteo di qualsiasi livello, le operazioni non potranno essere avviate o, se già in corso, dovranno essere sospese.

“CUCINA E MOBILI NON SI POTRANNO SMONTARE”

Delicatezza e complessità delle operazioni non si fermano qui. Secondo quanto ha dichiarato l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone: “Le piattaforme meccaniche per il recupero dei beni degli sfollati del ponte Morandi serviranno a portare via velocemente cose un pochino più grandi, ma non a smontare la cucina. È impensabile che si possano smontare i mobili di casa“. “Le operazioni di recupero dei beni nelle case degli sfollati potranno essere eseguite solo in condizioni meteo perfette, in assenza quindi di vento – ha sottolineato Giampedrone – Le piattaforme saranno utilizzate in particolare per i piani alti sotto il ponte Morandi. Se possono non utilizzare le scale è meglio. Serve un piano di emergenza nel caso in cui i sensori dovessero rilevare la minima oscillazione del moncone”.

TRE ORE DI RIENTRO PER OGNI FAMIGLIA

“Parteciperanno le squadre dei vigili del fuoco e operatori specializzati, – aggiunge – stiamo organizzando pacchetti da tre ore per il rientro di ogni famiglia sfollata, cercheremo di fare più accessi, almeno due, vedremo se sarà possibile consentire anche il terzo. Il mobilio è stato riconosciuto nei risarcimenti Pris, è un valore che il Governo ha messo nel decreto, perciò non andrà recuperato“.

IL CALENDARIO DEGLI ACCESSI

Sul sito web del Comune di Genova è stato pubblicato il calendario degli accessi per il recupero dei beni negli appartamenti sgomberati di via Porro e via del Campasso. Il presidente della Regione Toti aveva già ribadito che il recupero dei beni dipende da determinate condizioni: “Il rientro degli sfollati del ponte Morandi nelle proprie abitazioni per recuperare i loro beni non dipende dalla politica, dipende dai sensori, ma lo effettueremo al più presto in condizioni di totale sicurezza. Crediamo che i sensori facciano bene il loro lavoro proteggendo le persone che rientreranno. Ci auguriamo che questa settimana il piano ambizioso di ritorno nelle case cominci”. Cosa che effettivamente è stata fissata a giovedì 18 ottobre.

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