Berlusconi rinviato a giudizio. L’accusa: “Pagò Tarantini per mentire sulle escort”

Un altro rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi. Lo scrive ilFattoquotidiano.it. Il leader di Forza Italia sarà processato per induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria sull’inchiesta escort. Stando all’ipotesi dell’accusa, l’allora presidente del Consiglio ha fornito all’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro in denaro, perché mentisse ai pm baresi che indagavano sulle escort portate nelle residenze estive dell’ex premier fra il 2008 e il 2009 e sui suoi interessi in Finmeccanica.

Secondo i pm Pasquale Drago e Eugenia Pontassuglia il tramite delle elargizioni che da Arcore finivano a Tarantini era rappresentato dall’ex direttore de L’Avanti, Valter Lavitola. Al termine dell’udienza preliminare, oggi 16 novembre, il gup di Bari, Anna Depalo, ha dichiarato però la propria incompetenza territoriale nei confronti di Lavitola, disponendo la trasmissione degli atti ai magistrati di Napoli. Nel procedimento contro Berlusconi è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha rilevato il danno d’immagine causato dalle condotte dell’ex premier, accusato di aver pagato le bugie di Tarantini.

“Siamo tranquilli che a dibattimento in tempi rapidi il presidente Berlusconi sarà completamente assolto”, ha dichiarato l’avvocato Nicolò Ghedini, difensore di Berlusconi insieme al collega barese e senatore di Foza Italia Francesco Paolo Sisto. “Il rinvio a giudizio è giustificato dall’imponente materiale che legittima, secondo il giudice, l’esperimento dibattimentale – ha spiegato Sisto –. Il dibattimento sarà la fotografia di una difesa che secondo noi è più che sufficiente per ottenere l’assoluzione del presidente Berlusconi”.

Proprio a causa degli impegni in parlamento dei due legali, l’udienza preliminare barese di Berlusconi rischia di battere ogni record: era in corso dal 14 novembre 2014. Nel corso degli anni è stata rinviata per le elezioni del Presidente della Repubblica, per esaminare le intercettazioni telefoniche e le testimonianze delle ragazze oppure per i motivi di salute dell’ex premier. E dire che la richiesta di rinvio a giudizio era stata avanzata dalla procura di Bari quattro anni fa. Negli ultimi mesi, inoltre il procedimento è stato rinviato più volte per la situazione di emergenza che sta vivendo la giustizia barese, costretta in una tendopoli dopo la dichiarazione di inagibilità del Tribunale.

Parallelamente resta in stand by anche l’altro processo per il caso escort, quello in secondo grado sulle donne accompagnate fra il 2008 e il 2009 da Tarantini nelle dimore dell’allora presidente del Consiglio. Lo scorso 6 febbraio la III sezione della corte di Appello di Bari ha accolto la richiesta della difesa di inviare gli atti alla Corte costituzionale: per la prima volta a 60 anni dall’approvazione della legge Merlin del 1958, la Consulta è chiamata a esprimersi sulla incostituzionalità di alcune norme in essa contenute. Nel dettaglio i giudici costituzionali dovranno decidere sull’attuale costituzionalità della pena per chi recluta donne che volontariamente si prostituiscono. L’istanza era stata rigettata nel processo di primo grado.

 

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