Manovra economica: “Tasse sulla Coca Cola, non sulle sigarette elettroniche”

Un emendamento Lega-M5s alla manovra economica del Governo Conte propone di tassare le bevande zuccherate come la Coca Cola. Obiettivo: coprire finanziariamente l’esclusione del regime Irap per le partita Iva fino a 100mila euro. L’emendamento, a prima firma dell’esponente pentastellata Carla Ruocco, e sottoscritto da alcuni deputati leghisti, prevede come copertura principale la revisione delle spese fiscali. La modifica è ora al vaglio della Commissione Bilancio. Al tempo stesso le forze di maggioranza intendono detassare le sigarette elettroniche.

Subito, tuttavia, si sono inalberati i diretti interessati, raccolti dall’associazione confindustriale Assobibe che rappresenta le bevande analcoliche: “Questi prodotti sono già in sofferenza da anni. La ricetta del passato di tassare le imprese, che generano valore e occupazione in Italia, non è immaginabile in questa fase così difficile”. Stop invece, da parte del Governo, alla revisione della web tax. In un primo momento la Lega era intenzionata a presentare un emendamento che prevedeva la cancellazione dell’imposta approvata con la finanziaria dello scorso anno, sostituita da un una nuova normativa che prevedeva l’aliquota al 6% sull’ammontare dei corrispettivi anziché l’aliquota del 3% sul valore della singola transazione e lo slittamento dell’entrata in vigore da gennaio ad aprile 2017.

Dal canto suo il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, ha annunciato un finanziamento da 444 milioni per rinnovare il bonus bebè, in scadenza alla fine di quest’anno, prevedendo anche una maggiorazione dell’assegno del “20% per ogni figlio successivo al primo”. Illustrando gli emendamenti alla manovra della Lega e del governo per la famiglia, depositati in commissione Bilancio alla Camera, ha dettagliato che le nuove misure prevedono due fasce di reddito (fino a 7mila e da 7 a 25mila euro) per gli assegni alle famiglie.

Fontana ha annunciato poi più flessibilità per i congedi parentali spiegando che nel “pacchetto famiglia”, una serie di emendamenti presentati alla legge di Bilancio, si prevede anche la possibilità “per le mamme di scegliere se accedere a un periodo di tre mesi di maternità” facoltativa “retribuita al 60% oppure di sei mesi di maternità retribuita al 30%”. L’emendamento estende a 16 anni (dagli attuali 12) l’età dei figli entro la quale usufruire dei congedi parentali.

Cambia anche il decreto fiscale. Al termine del vertice di Palazzo Chigi di ieri 15 novembre, Lega e M5s hanno fatto sapere di aver trovato un “pieno accordo”. Sparisce la possibilità di una dichiarazione integrativa. “Restano tutte le misure della pace fiscale come la possibilità di spalmare in 5 anni il dovuto“, dicono fonti della Lega. Introdotta una tassa dell’1,5% sui money transfer, mentre slitta il carcere agli evasori, norma che sarà contenuta in un ddl ad hoc. Con un vero e proprio colpo di scena, il decreto fiscale cambia ancora, e alla radice, quindi. La già discussa dichiarazione integrativa, motivo di tensione tra Movimento 5 Stelle e Lega anche nella turbolenta fase di gestazione del provvedimento approvato ma poi rivisto e corretto in due distinti cdm, scomparirà dal testo, annullando di fatto l’operazione di condono fiscale cardine del dl, fortemente voluta dal partito di Matteo Salvini. Il Movimento 5 Stelle ha annunciato, inoltre, la detassazione dei “metri quadrati di ombra degli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari”. Dal vertice non sono emerse novità, invece, sulle Banche di credito cooperativo, anche se il tema resta centrale.

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