Caos Brexit, il governo inglese trema: su Theresa May l’incubo del voto di sfiducia

La Gran Bretagna è in una situazione politica drammatica. C’è infatti un nuovo clamoroso capitolo dello psicodramma della Brexit, la procedura di distacco definitivo del Regno Unito dall’Unione europea a seguito del referendum popolare del giugno 2016. I ribelli conservatori hanno raggiunto le fatidiche 48 “lettere” (firme) e quindi questa sera, 12 dicembre, la premier britannica Theresa May dovrà sottoporsi a un voto di sfiducia del suo partito.

All’origine di quest’ultimo atto il testo di accordo con la Ue che May avrebbe voluto far approvare ai suoi ma che ha suscitato un’ondata di rabbia e contestazioni da chi lo ritiene, in sostanza, una resa.

Per quanto riguarda il voto di questa sera, qualora la premier conservatrice dovesse superare anche questo ostacolo, rimarrebbe in sella per un altro anno, secondo le regole del partito dei Tories. Ma se stanotte dovesse andare sotto alla conta, May perderebbe la leadership del partito e soprattutto del Paese.

È l’ennesima svolta drammatica per Theresa May, attaccata oramai da ogni fronte. Servono 158 voti stasera ai congiurati (su 315 parlamentari) per affondare la loro odiata leader. Non sarà facile per loro arrivare a tale cifra, ma non è impossibile, visto che l’opposizione interna a May è cresciuta nelle ultime ore: il suo viaggio a Bruxelles, snobbando il voto in Parlamento, ha aumentato i suoi critici.

Già prima del voto rinviato si parlava di almeno cento deputati, guidati da Boris Johnson e Jacob Rees-Moog, pronti a fargliela pagare. Qualora May cadesse la Brexit e tutto il futuro del Regno Unito piomberebbero in un profondo caos politico, dalle conseguenze difficili da calcolare.

Londra, Brexit dal 29 marzo 2017

Photo credits: Twitter

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